Rassegna storica del Risorgimento
VITERBO
anno
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1937
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pagina
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1470
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1470 Luigi Signorelli
La provincia di Viterbo però non doveva essere occupata da truppe regolari. Furono i volontari capitanati dal colonnello Masi ch'ebbero l'incarico d'invaderla. Liberata Orvieto fin dall' 11,2> una Commissione dì Viterbesi si recò colà ad informarsi sulla sorte che era riserbata alla loro città. Colà, si dal Masi che dal conte Giovanni Pagliacci Sacchi, loro concittadino, che funzionava da aiutante maggiore dei Cacciatori del Tevere, appresero che, senza un moto interno, né il Governo del Re, né gli stessi volontari si sarebbero mossi su Viterbo. Tale diverso trattamento veniva usato verso Viterbo perchè era la capitale del Patrimonio di S. Pietro e Napoleone voleva che almeno questo rimanesse integro al Papa. Era perciò d'uopo forzare la mano a Napoleone, manifestando la volontà della popolazione di non voler oltre sottostare al giogo del governo pontificio. Pertanto, di fronte a tale stato di cose, gl'inviati del Comitato viterbese promisero che si sarebbe organizzato un moto popolare, facendolo scoppiare da un giorno all'altro s) E su tali assicurazioni il Governo piemontese autorizzò il Masi ad appoggiare lo sforzo dei cittadini coi suoi volontari, spingendosi verso Roma il più possibile. *)
Nonostante le proteste del cardinale Antonelli contro i volontari che agivano per conto del Piemonte , i quali avevano occupato Orvieto e minacciavano Viterbo 5), il 18 a sera il Masi assaliva Montefiascone, difesa da un piccolo contingente di pontifici, i quali, dopo una certa resistenza, subite gravi perdite, si ritirarono su Viterbo; ma, trovando intercettata la via, si gettarono su Marta e Toscanella e di là raggiunsero Corneto. 6> Nella stessa notte un nucleo d'insorti condotti da don Vincenzo Agneni di Sutri si riuniva colà, pronto a secondare l'insurrezione di Viterbo. 7>
1) Nella Gazzetta del Popolo del 7 leggevasi: Basta che rispettiamo i confini di Roma, Comarca, Civitavecchia e Viterbo; del resto possiamo fare quel che ci pare.
La circolare però alle potenze, pubblicata in Gazzetta Ufficiale del 14, era meno esplicita, accennando solo a Roma ed al territorio che la circondava.
2) CESARI, / Cacciatori del Tevere, in Manuale Storico Militare 1910, I, p. 234; BOMPIANI, La liberazione di Orvieto, e i Cacciatori del Tevere, in Nuova Antologia, 16 settembre 1910; DANZETTA, I Cacciatori del Tevere, in Archivio Storico del Risorgimento Umbro, voi Vili.
3) Lettera di Ovelli a Gnalterio, in DEGLI AZZI, p. 262-63. Fu presente, fra gli altri al collocjuiu l'aw, Emanuele Mai-lucci (da lettera comunicata dal nepotc Emanuele).
) DANZETTA, p. 58.
5) Gazzetta di Roma, n. 215,
6) Gazzetta di Roma del 21, GAUDI, Noto e documenti per la storia della provincia di Viterbo nel 1860, in Rivista d'Italia, 1906, p. 827).
T) CESARI, p. 252.