Rassegna storica del Risorgimento

VITERBO
anno <1937>   pagina <1473>
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La questione viterbese 1473
è certamente pegno ed arra sicuri che vuole il Re Galantuomo dividere le sue con le nostre sorti e che ormai l'Italia è davvero degli Italiani. Viva l'Unità Italiana! Viva Vittorio Emanuele nostro Rei *)
Ed il giorno stesso il regio commissario pubblicava il seguente proclama:2)
Popolazioni della città di Viterbo e della sua provincia!
H governo di quel Re, che in tutta quanta Italia col più vivo concorde entusiasmo chiamiamo il Re nostro, mi manda a voi con titolo ed autorità di suo Commissario dipen­dente dal Regio Commissario della provincia dell'Umbria. Nessun rispetto avrebbe potuto indurmi a sobbarcarmi a tale incarico, sebbene mollo onorìfico, ove si fosse trattato di un Governo non simpatico e non omogeneo alle popolazioni Ma, inchinan­domi al suo riverito cenno Sovrano, io ho avuto in animo che venivo rappresentante di un governo da tutti desiderato, di un Re a tutti caro, ed in mezzo di nobilissime popolazioni in cui secolari oppressioni non hanno potuto spegnere la civiltà antica; in mezzo di popolazioni che gareggiano con le più civili d'Italia, come gli ultimi fatti ben lo dimostrano, neh"aspirare al compimento dei lunghi voti della Nazione.
Concittadini! vengo con l'istruzione d'iniziare e mantenere l'ordine, di tutelare la sicurezza delle persone e degli averi, di sorvegliare l'aniministrazione di una giustizia imparziale per tutti ed insieme di aprire il campo a quelle oneste libertà di cui godono gli altri sudditi di S. M. Vittorio Emanuele II, per quanto lo comportino le momentanee circostanze eccezionali. In tali mire spero di essere secondato dall'attivo concorso di tutti i buoni e per tal modo spero di corrispondere alle intenzioni generose e benevole di chi mi ha mandato. Avremo merito pari, se vi riusciremo, e l'utile sarà tutto vostro e della Patria comune*
Viterbo, 25 settembre 1860.
Il Commissario Regio di Viterbo e sua Provincia
Duca Sforza Cesarmi.
Il Duca si die a tutt'uomo ad instaurare il nuovo ordinamento della città e provincia, prendendo a base le leggi Piemontesi, con le modifi­cazioni introdotte dal commissario Pepoli.3) E poiché il Masi si portò in Givitacastellana con i suoi volontari, estendendo l'occupazione sino a Monterò! Bulla Cassia ed a Rignano sulla Flaminia a poche miglia da Roma, e l'organizzazione della guardia nazionale non avveniva tanto sollecitamente per la mancanza, soprattutto, delle armi, *) ravvisò necessario far presidiare la nostra città da una compagnia di
1) Manifesto del 24 in Notificazioni, n. 157.
2} Notificazioni, n. 158.
3) Circolare in Bollettino Storico Risorgimento Umbro, HI, p. 4 e seg.
*) CESARI, p. 254; GAUDI, pp. 829-832.