Rassegna storica del Risorgimento

VITERBO
anno <1937>   pagina <1474>
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1474 Luigi Signorelli
granatieri di Lombardia, al che consentì Cavour, impartendo gli ordini opportuni. 9
La venuta dei soldati regolari veniva annunziata con il seguente manifesto in data del 29:
A garanzia dei nostri diritti il nostro amatissimo Re Vittorio Emanuele II oggi ci fa pervenire la .prima compagnia dei granatieri della Brigata Brignone. Alle ragioni di pubblica letizia già manifestate dalla Città, si aggiunge ancora questa. La Commis­sione Municipale è sicura che i suoi concittadini raccoglieranno con quelle dimo­strazioni che attestino i sentimenti della più cordiale fratellanza. H Presidente A. Mangani. 2)
Fu quindi inviata, con il consenso del commissario, una depu­tazione al Re per manifestargli i sentimenti di devozione e di grato animo della cittadinanza e con l'incarico, altresì, di chiedere al Governo piemontese che fosse conservata a Viterbo l'autonomia provinciale. 3) Fu questo un passo inopportuno, poiché non era quello il momento di far risorgere le rivalità regionali, le bizze locali. E d'altronde quanto avvenne in seguito dimostra quali disastrose conseguenze ehbe quella richiesta per le sorti della città, mentre Orvieto, col dichiararsi aggregata e sottoposta alla Provincia dell'Umbria, riuscì ad essere incorporata 10 anni prima, che Viterbo, al Regno d'Italia.
Il ministro Farini, per contentare i Viterbesi, telegrafò al Pepoli in si fatti termini:
La posizione eccezionale in che trovasi politicamente la Città di Viterbo esige che quel Commissario sia investito di speciali poteri. S. V. vorrà quindi provvedere al modo di allargare i poteri di quel Commissario, cosicché quella Provìncia si regga quasi da sé. 4)
Lo Sforza si acconciò a quella quasi indipendenza amministrativa, sollecitando la deputazione ad insistere che fossero dal Pepoli eseguiti gli ordini ministeriali, minacciando altrimenti di dimettersi. 5) Ma Cavour, a cui non era sfuggita la portata politica di quella speciale delegazione di poteri, non aderì alle idee del Farini.6)
*) Telegramma in CESASI, p. 291-
2) Incartamento Mangani n. 29, Prot. Municipale n. 5-11-ÌI2. Era comandata dal capitano Barocci. Nei giornali francesi si parlava addirittura di un reggimento (Dispaccio Stefani 9 ottobre).
3) Lettera Sforza in incartamento Mangani, n. 30.
4) Dispaccio 8 ottobre in CADDI, p. 825.
s) Dispaccio 6 ottobre al Martttcci che era a capo della deputazione, in incartamento Mangani, n. 36.
6) Dispaccio in CADDI, p. 835.