Rassegna storica del Risorgimento
VITERBO
anno
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1937
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pagina
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1477
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La questione viterbese 1477
a rinchiudersi entro la città, deciso piuttosto ad incendiarla che a consegnarla alla sbirraglia papale .
La venuta del Masi, mentre rafforzava l'audacia insolente di pochi, imbaldanziti dalle notizie della prossima restaurazione del Governo pontifìcio, rianimò alquanto i patriotti, ma fu fuoco fatuo, poiché il condottiere dei Cacciatori del Tevere, che certamente avrebbe fatto pagar ben caro ai pontifici il tentativo di rioccupare da soli Viterbo, dovè ritirarsi, secondo le istruzioni ricevute, dinanzi ai francesi a cui si era prudentemente ceduto il passo.2)
Ed ugualmente la Commissione Municipale, a mezzo del vice presidente Alessandro Polidori, conformandosi agli ordini del Regio Commissario, rispondendo all'annuncio dato dal De Goyon, dopo aver espressa la spiacevole sorpresa provata per "l'intervento straniero, lo assicurava che, se gli ordini ricevuti fossero immutabili, non avrebbe trovata alcuna resistenza, ma la città sarebbe rimasta deserta, qualora non garantisse che appresso a lui non venisse la reazione.
Nello stesso tempo il Pepoli inviava al comandante del corpo di occupazione un messaggio, col quale trasmetteva a lui la nobile missione di proteggere la popolazione che s'era pronunciata per l'Italia e per la libertà con una toccante umanità, pur riservando ad essa il diritto di deliberare i suoi destini . Anche quest'ultima speranza era sfatata dalla brusca risposta che gli dava il De Goyon: Non posso che invitarla ad uniformarsi alle istruzioni da me date al colonnello del 25 di linea e che hanno per scopo di riportare nella loro piena azione le autorità pontificie della Provincia di Viterbo . 5)
Ai patrioti Viterbesi non rimaneva, quindi, che subire il ripristino del Governo papale, sotto l'egida delle baionette francesi, oppure andare in esilio, per non assistere a tanta umiliazione.
H giorno 11 le truppe straniere entrarono in Viterbo percorrendo le vie quasi deserte. Pervenute in piazza del Comune vi si schierarono in quadrato, mentre il colonnello del 25 saliva al palazzo
') Lettera 5 ottobre a; Sforza, Dispacci 8-10 al Re, a Cavour, a Masi è risposta Farmi del 9 (GADDX, pp. 834, 840, 842, 846).
2) L*1I, poche ore innanzi che giungessero i francesi (CESARI, p. 257, GADDX, p. 846, TusopOLr, p. 480). i
3) Miscellanea, 2, fase 2, a. 39; GAUDI, p. 840. ) GAUDI, p. 842.
5) GAUDI j>p.< 842, 8.46.