Rassegna storica del Risorgimento

VITERBO
anno <1937>   pagina <1480>
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1*80 Luigi Signorelli
Dopo altre insinuazioni a carico di Masi e Pepoli ed ampollose frasi circa l'onore delle armi francesi e la moderazione del Governo pontificio, il rapporto dell'ambasciatore si dilungava a fare gli elogi dell'Imperatore maggiore amico dell'Italia che non il He di Sardegna ; e finiva con questo stupido ed offensivo pistolotto.
La politica dell'Imperatore è ora sì chiaramente, si nettamente indicata, che io sarei disperato nel vederla deviata per questioni di dettaglio, come quelle di Viterbo, Orvieto ed altri villaggi di poltroni che non valgono la pena di occuparsene. *)
Ultimo, disperato tentativo da parte dei Viterbesi fu quello di prender parte al plebiscito dell'Umbria per l'annessione al regno di Vittorio Emanuele, ciò che fu suggerito dal Ricasoli e lo stesso Cavour lasciò fare.2) Un grande numero di cittadini, date le circostanze in cui avvenne la votazione, dovuta fare di nascosto, volle manife­stare col suo suffragio la propria irremovibile volontà.3) Il risul­tato della votazione fu comunicato da apposita commissione al Pepoli, che non potè nascondere la sua commozione;4) e due cit­tadini Viterbesi (Martucci e Pagliacci) si recarono presso il Re a presentargli il plebiscito spontaneamente emesso. s)
Tutto fu vano, poiché quanto era valso come prova legale per altre regioni di volersi sottrarre al Governo papale e riunirsi all' Italia, non poteva, non. doveva avere alcun effetto per volontà di Napoleone. I limiti della provincia del Patrimonio segnarono, quindi, per altri dieci
*) Il poltrone era lui, che seduto nel suo Gabinetto, cosi giudicava di popolazioni laboriose ed ospitali, costrette a subire l'onta della dominazione straniera. Del resto chi conobbe il Grammont lo disse superficiale, vano, imprudente, amplificatore, pre­destinato ad ingannare sé e gli altri (GuicaoM, Quintino Setta, I, p. 240). Bismark lo giudicò testa bislacca senza grano di sale... fatto per far la guardia forestale (per la sua corporatura) e non il Ministro (Buscar., User Reichkarlev Studien). Lo stesso sto­rico dell'impero francese lo qualificava <r facile ad adirarsi, superbo e senza esperienza (DB LÀ GOBBE, VI, n. p. 217).
2) RICASOLI;, V, p. 283 e 292; CAVOUR, Lettera, n. 1003. Il primo ministro d'Ita­lia cosi scriveva: L'invitare a votare i paesi non occupati della provincia di Viterbo parrebbe una provocazione... ma se le popolazioni vogliono esprimere il loro voto non distoglietelo dal farlo
) Furono 1500 i voti raccolti in città e 500 quelli degli emigrati (Dispaccio Stefani, 4 novembre). Lo stesso R. Commissario di Orvieto nominò la Commissiono per raccogliere i voti in persona di Ferrajoli Manello, Tondi Ermenegildo, Tomassetti Innocenzo e Vanni Oreste (Memoriale Tondi).
4) Memoriale Tondi. Al Tomassetti ed al Tondi si unirono Polidod e il dott. Tor­ridi ed altri emigrati colà dimoranti (lettera Tomassetti, nell'incartamento Caprini n. 137).
6) DE CBSABB, II, p. 93.