Rassegna storica del Risorgimento

VITERBO
anno <1937>   pagina <1481>
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La questione viterbese 1481
anni il confine fra i popoli liberati e quelli asserviti, con catene ribadite e guardati a vista dalle truppe francesi, le quali dovevano garantire al Papa lo Stato lasciatogli da Napoleone, tanto per continuare ad avere uno zampino nelle cose d'Italia.
Tuttavia quei confini furono più volte forzati da bande armate di emigrati e di volontari delle vicine provincie redente. Quella guer­riglia, anche a suggerimento del Ricasoli, doveva essere una protesta permanente .*)
A capo dell'insurrezione si era posto Angelo Leali e con lui erano diversi altri patrioti i quali costituirono la Lega dei Comuni dell'ex ducato di Castro , pubblicando un proclama, ch'ebbe larga diffusione in Toscana, in Umbria e nelle Marche. 2) Il chiasso che si fece .dalla stampa pontificia fu enorme; e si giunse perfino a sospettare di com­plicità il Governo francese. s) H Governo italiano si vide perciò obbli­gato a sciogliere la Lega, mentre i francesi, non solo rafforzarono la guarnigione di Viterbo, ma occuparono militarmente l'intiera provincia.4)
A far cessare tanto sconcio i patrioti Viterbesi ritennero opportuno elevare alta la loro voce, inviando un indirizzo al Parlamento Ita­liano, nel quale si dipingeva a vivi colori la situazione disperata della provincia.5)
Un'apposita deputazione, accompagnata dal Pepoli, la presentò al ministro Cavour, al Presidente della Camera, abboccandosi anche con Minghetti e Rattazzi, i quali tutti manifestarono il desiderio di appagare i voti dei Viterbesi, quantunque non corressero tempi oppor­tuni per una pronta soluzione. *) Ma ninno si levò, sì alla Camera che al Senato, per sostenere la petizione, ad eccezione del duca Sforza Cesarmi,
1) BJCASOLI, V, p. 307.
*) Memoriale Tondi-Cesari, p. 264.
3) Armonia: 27 novembre 1860.
4' Prot. Municipale n. 106. Le Monitcnr (13 ghigno 1861) ciò spiegava la neces­sità di organizzare la divisione rimasta in gran parte attendata. Nel nuovo 1861 ebbe luogo nn conflitto in Canino fra gendarmi e cittadini, che cantavano inni patriottici (Messaggero. 1914). Massa Bonaparte in Valentin!, ne fece reclamo al suo parente Napoleone. Fu ordinata una inchiesta, ma le autorità francesi, pur riconoscendo la prepotenza dei gendarmi, finirono per assumerne la difesa (THQUVENEL, II, pp. 31, 120,125-27,129-31).
s) Da copia del Segretario Comunale Fretz nell'Archivio. Si riferisce in Appen­dice. Doc. III.
6) Il Governo di Torino era stato preavvisato ed aveva telegrafato al Tittoni indifferente formula, purché molte firme (lettera 14 marzo 1861 di Giuseppe Angelo Manin in incartamento Caprini). Con questi si recò in Torino il Caprini