Rassegna storica del Risorgimento
VITERBO
anno
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1937
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pagina
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1482
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1482 Luigi SigtiorelU
che in quest'ultima assemblea esortò il Governo ad adoperarsi in ogni modo per liberare le popolazioni di Roma e delle provincie da uno stato di tanta violenza che minacciava di scoppiare da un momento ali altro in tristi scene di sangue . *) Il Governo per allora non parve dar peso alle parole del patrizio romano; però nel discorso di apertura del Parlamento il Sovrano, a calmare le impazienze e nello stesso tempo lasciare un po' di speranza nei patrioti irredenti, fece sapere che La saggezza non consiste meno a saper osare a tempo, che a temporeggiare a proposito .
Degli emigrati, i più moderati, dei quali era a capo il conte Pacifico Caprini, che aveva posto le tende in Bologna, convinti che non si potesse attendere un mutamento politico da una rivoluzione popolare, ma unicamente dall'azione del Governo italiano, il quale avrebbe finito coll'occupare lo Stato pontificio, tanto più. che col famoso ordine del giorno Boncompagni sì proclamava Roma Capitale del Regno d'Italia, presero alla lettera le parole del Re. 2) Coloro, invece, che appartenevano al Comitato d'azione, capitanati dal Ferrajoli e dal Pagliacci, riponevano la loro fiducia in Garibaldi 3) e qualcuno di essi anche nel Mazzini; *) e stavano, quindi, all'erta per cogliere qualsiasi occasione onde forzare a mano armata il confine ed istigare la popolazione alla rivolta.
Invero i democratici, ricordando che nel congedare i volontari in Napoli Garibaldi aveva detto: a rivederci in Roma , si rivolsero a lui con un caldo indirizzo firmato da quasi tutti gli esuli, 5) al quale seguì un appello verbale a mezzo del Pianciani, per aver da lui aiuti di denaro e di armi allo scopo di tentare qualche moto nella provincia di Viterbo. Ed infatti Garibaldi die ordine di spedire quanto occorreva, prelevandolo dai magazzini in Genova e sul fondo del milione. Achille Sauri e Antonio Mosto, due dei nulle, si occuparono della bisogna e
1) Atti Parlamentari* 23 marzo 1861.
2) Gualterio assicurava olio tutto andava Benissimo e non vi era che da attender molto per la soluzione della questione romana (lettera Tornasse iti n. 72 in incartamento Caprini). Il Caprini scriveva: Solo con lui (Cavour) noi tutti potremo rientrare (lettera 11 marzo 1861 in incartamento Mangani), ed ugualmente il Mangani, uno dei capi dell'emigrazione in Orvieto aveva per massima chi non sta col Governo è nemico del nostro paese (lettere Caprini 5 e 15 aprile 1861, in incartamento Mangani).
3) Caprini perciò accusava il Pagliacci di coltivar sempre le vecchie ubbie, (lettera 3 agosto 1861 in incartamento Mangani).
4) Era il Ferrajoli di ciò specialmente accusato, ma egli stesso smentiva (lettera 22 luglio 1861, in incartamento Tondi).
5) Dal Memoriale Tondi. Fu pubblicato dai giornali dell'epoca.