Rassegna storica del Risorgimento
BONELLI CESARE
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1937
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Salvatore Sibilla
delle leggi che da più giorni si discutono e delle quali si attende da tanto tempo la votazione.
Come dimissionario, io non interverrò pia né al Consiglio né al parlamento. Però PE. V. ritiene il progetto di legge sulla posizione sussidiaria degli uffiziali e s e si risolve a presentarlo domani alla Camera, ella può essere dichiarato ancora il promotore della più urgente riforma sagli interessi militari del nostro paese.
Voglia gradire gli atti della mia distinta considerazione ed amicizia. Suo devotissimo Bonetti.
Roma, 19 maggio 1880.
Eccellenza, colla dimissione che io rassegnava mediante mia lettera del 23 aprile, confermata dalla successiva del 27, ambedue dirette all'È. V, io seguiva la precisa regola costituzionale che rende obbligatoria ed incontrastabile la dimissione di un ministro le cui proposte dissentono dalle vedute del Consiglio. Stante la ritar -data accettazione della dimissione ner parte di S. M. il Re, quando avvenne lo scioglimento della Camera i) io stavo ancora in carica ed allora l'È. V. mi fece rappresentare dal ministro della marina, che non era possibile la mia esoneratone, poiché il periodo delle elezioni non comportava la mancanza del ministro della guerra nel Gabinetto
Volge, ora, al termine questo periodo che mi procurò nuovi ed amarissimi dispiaceri.
Risoluto vieppiù a ritirarmi ho pure motivi di credere che S. M. il Re vorrà degnarsi di secondare il mio desiderio; pertanto io prego l'È. V. di voler promuovere dalla prefata Maestà l'accettazione della mia dimissione. Con sentimento di massima stima, suo devotissimo Bonelli.
Roma, 28 maggio 1880.
Eccellenza, la splendida votazione che il ministero ha conseguito ieri alla Camera2) riguardo alla nomina del presidente, eliminò anche l'ultimo incidente che poteva motivare un ritardo nel porre in atto la mia dimissione già irrevocabilmente invocata il di 23 dello scorso aprile, e seguita, poscia* da identiche istanze.
I quadri dei nostri uffiziali richiedono una legge atta a restaurarli, il bisogno della medesima è sentito dallo intiero esercito e da tutte le persone addentrate nelle cose militari. Autorizzato dal Consiglio dei ministri, io promisi ripetutamente codesta legge al parlamento, ina, poi, lo stesso Consiglio mi impediva ognora di presentarla, per omaggio alla abolizione del macinato, e così, mentre io comprometteva il mio carattere personale dinnanzi la Camera e l'esercito, il Governo poneva un'arma in
') Fallito ogni tentativo di sanare il dissidio tra la Camera ed il Senato per la questione del macinato, il Cairoli decise di chiudere la sessione. E, dopo aver fatto una infornata di senatori favorevoli all'abolizione del macinato, indisse una nuova sessione della legislatura. Il 17 febbraio 1880, ebbe luogo il discorso della Corona. Ma nelle discussioni di politica estera e delle agitazioni irredentistiche la Camera votò contro il Gabinetto respingendo un ordine del giorno di fiducia presentato dall'onorevole Baccelli (29 aprile 1880). Il Gabinetto diede le dimissioni che non furono accettate; sì ebbe lo scioglimento della Camera e le elezioni furono indette per il 16 maggio.
2) Nella seduta del 27 maggio 1880 - - prima dell XIV legislatura fu eletto presidente della Camera POH. Domenico Farmi con 406 voti su 419 votanti. Delle altre 13 schede una recava il nome dell'on. Bianehieri, le altre erano bianche.