Rassegna storica del Risorgimento
ZAMPETTINI GIOVANNI
anno
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1937
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pagina
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1518
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1518 Varietà, appunti e notizie
che, cantato da tutte le truppe transitanti per Senigallia destinate a far buona guardia al grande fiume, aveva pur provocate le ire del padre suo, Luigi Mercantini così scriveva:
Questo Inno che come poesia niente vale, io non avrei ristampato se non chiudesse in sé tante care e dolorose memorie. Fu posto in musica dall'egregio Maestro Zampettisi di Senigallia ed i volontari entrarono nel Veneto con questo inno sulle labbra che poi fu cantato per tutta Italia. Quando in Corfù (mi si consenta questa dolce rimembranza) io fui a visitare Daniele Manin da una stanza vicina si udiva cantare. Tre colori tre colori. Ecco mi disse Manin commovendosi, a ecco il canto col quale abbiamo combattuto insino all'ultimerà nelle nostre lagune ed in questa si affacciò un biondo ed ardito giovinotto <r ed ecco qua il mio Giorgio seguitò il padre affettuoso che spera sempre e canta .
Oggi a tanta distanza di tempo dal colloquio dei due Grandi Esuli, possiamo leggere gli appunti che sull'incontro stesso ci ha lasciato il Veneziano,
E tu pur sei venuto Alle angosce degli esuli; tu pure Desti alla Patria l'ultimo saluto; Sull'onda azzurra delle tue lagune Più non riflette i suoi color la Santa Italica Bandiera. .........
L. Mercantini: A Daniele Manin.
Sotto la data del 14 settembre 1849 si dice:
Nel dopopranzo Venne a visitarmi Luigi Mercantini giovane profugo politico di Senigallia autore della canzone patriottica ove spesso ripetonsi i versi a fuoco fuoco fuoco - S'ha da vincere o morire; E col verde il bianco il rosso la bandiera s'alzerà .
Nella mattina col mezzo di Scarpa m'aveva rimesso una poesia a me diretta sulla caduta di Venezia ove ricorda alcune parole da me dette in parlatorio del Lazzaretto lui presente. Dissi a Scarpa e ripetei a lui che non amerei fosse stampata finch'io mi trovavo a Corfù. Mi narrò aver dovuto emigrare perchè avvisato che gli austrìaci erano in traccia di lui come autore della predetta canzone che mi disse essersi dai connazionali romagnoli intitolata la sinigagliese . Me ne feci dire alcuna strofa e scorsi che il popolo le aveva spesso alterate fin anche nell'intercalare e quasi sempre, a mio avviso, in meglio .
L' Inno di guerra che secondo il Vannucci* da Ut stura alla poesia più popolare o popolaresca del Mercantini, già quasi dimenticato dall'autore stesso dopo la partenza da Senigallia con altri componimenti dell'epoca, venne ripubblicalo nella integrale originalità dal Mancini nel Bollettino del 1906 dei Congresso Storico del Risorgimento e la musica pure dal Mancini nel n. 4 (1909) della Rivista Marchigiana illustrala.
Non possiamo tuttavia tacere la nostra impressione ohe il brano, uno dei più efficaci della prima guerra d'indipendenza, a porte le naturali alterazioni apportatevi dal popolo, come succede in genere per conti ed esso destinati, è in modo indubbio