Rassegna storica del Risorgimento

ZAMPETTINI GIOVANNI
anno <1937>   pagina <1525>
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Libri e periodici 1525
sottilmente guardarsi, delle (mali deve fermamente tener conto, a meno che non voglia apparir cieco apologeta, e trascurar quel molto di vero, che in casi simili, a forze umane è pur sempre dato enucleare.
L atteggiamento dell'A. di fronte al nostro paese ricorda, spesso più che vaga­mente, e la Britanna dal velo verde di carducciana memoria, ed il Sir John di ruffi-niana memoria. Incrollabile nelle sue fissazioni, cerca egli di comprendere l'anima d'un grande popolo disprezzandone e fede religiosa ed aviti e secolari costumi. Adora solo quel ch'è anglosassone; non istima se non quanto è dottrinalmente illuminato e liberale; s'abbandona a divagazioni folkloristiche o turistiche mentre non sa pene­trare il vero significato di certi fenomeni sociali, la vera ragion d'essere di certi sistemi politici. Uomo indubbiamente colto, largamente positivo, ma partigiano, ma gretto, più. scende verso meridione meno s'orizzonta, e finisce per veder sempre ogni cosa attraverso un solo angolo visuale, abbozzando schizzi d'intollerabile monotonia, ove trionfan con disinvolta ingenuità vecchi luoghi comuni e scenette dozzinali. Siam dunque ben lontani dagli aurei consigli, purtroppo sprecati, che più. tardi un bravo ed acuto soldato francese dava all'Abrout nell'atto in cui quest'ultimo s'accingeva spensieratamente a studiare e descrivere la vita romana del suo tempo (cfr.: Rome contemporaine par, ecc., Parigi, Michel Lévy Frères, 1861, in 8, pp. IV, 380. P. 71).
E però il libro venuto su all'infuori di que' canoni e sulla falsariga di molti scritti del genere riuscirà senza dubbio ottimo da una serie non breve di punti di vista, ed insieme, crediamo noi, assai meno utile da altri non pochi. Chi, per esempio, volesse farsi un'idea precisa e magari trattare obbiettivamente delle vicende molte­plici ed interessantissime degli stati italiani o veder da, vicino uomini e cose de' gruppi reazionari, lasciando a parte schemi ritriti; chi bramasse rendersi conto sul serio dell'apportato indiretto, che certi enti e certe figure o certe teorie finirono per recare al Risorgimento, non avrebbe né mano felice, né occhio lungimirante, né veste appro­priata, ed a poco o nulla approderebbe valendosi senza cautela delle prolisse e catte­dratiche note del Senior. Sarebbe proprio, ci sembra, tanto ingenuo quanto prender oggi troppo sul serio le paludate invettive del Gladstone. Così non potrà non destar qualche sorpresa, almeno a gente del mestiere, l'inaudita faciloneria con cui l'A. trattava molti problemi romani, e, certo, appariranno se non altro indefinibili le illusioni ch'egli si faceva in proposito.
Questo per necessaria critica della fonte. Giacché Nassau William Senior, non senti con sereno equilibrio ed anche spesso con aderente profondità che quegli uomini, quelle cose, que* pensieri, ch'egli poteva e sapeva capire. Nel suo scritto suona, e bene, una sola campana, l'altre tacciono o dan sorda, quasi ovattata vibrazione. La figura di Cavour ormai molto promette, e presente, sia pur da lungi, è anche Maz­zini. L'agitarsi cauto e fremebondo dell' indeterminato patriottismo di quei che, senza perdersi in vane sofisticherie, voi èva n solo e sempre l'Austria fuori d'Italia, le sterili prove de' vecchi regimi viventi di ricordi, la fede incrollabile, le ferme speranze, la larghezza d'intenti di tanti e tanti altri, troppo ben dicono e con troppa evidenza circa U prossimo e grande avvenire del Paese. E tutto attraverso non vasta eco, ma continua e concorde, di non sterili rimpianti, di tardive ma non inutili riserve di giudizi spesso assennati, di disegni mille volte inattuabili d'un'esigua massa novatrice e delusa, vinta e logora dalla marea rivoluzionaria, recante chiara traccia della sconfitta del 1848. Piccola folla d'intellettuali aristocratici e d'aristocra­tici dell'intellettualità dai sogni vividi come la luce del sole, dai morti o impulsivi o pigri e tardi e stentati: Gioberti, Gallina, Alfieri, Massari, Collegno, ed i mode­rati toscani, e Carlo Trova ed il Duca di Sermoneta,
Ne vengon fuori con netta e bella evidenza, tra gran copia di particolari poco noti e degni di rilievo, parecchi scorci singolarmente costruttivi. Profonde ed auto­revoli testimonianze su Carlo Alberto, e rifinito quadro de* primi tempi della vita costituzionale piemontese, ed indicazioni preziose intorno alla condanna del Bamorino