Rassegna storica del Risorgimento
LIONE (COMIZI DI) ; CUSTODI PIETRO
anno
<
1938
>
pagina
<
63
>
Cinquantaquattro lettere intorno ai comizi di Lione, ecc. 63
Lettera del V escovo di Como alV abate Pietro Pasini a Roma. Da Como, il 4 gennaio 1802.
Riv.mo Sig. Padr. Col.mo - Ricevo ora il pregiatissimo di lei foglio, ringraziandola della spedizione dell'Indulto Quaresimale, e di quanto ha operato in mio favore. Parlerò poi al mio cancelliere D. Giovanni Perlasca per farle tenere il denaro a conto mio da lei sborsato.
Oltre il motivo di qualche incomodo di salute, gli affari pressanti di mia Diocesi situata in gran parte nello Stato Svizzero mi hanno impedito di recarmi a Lione. Ho dovuto nello scorso anno rivolgermi a Berna per impedire, che non venisse separata quella porzione di mia Diocesi, in cui sonovi quasi tutte le rendite vescovili, dal rimanente che sta sotto la Repubblica Cisalpina. Se ora l'avessi abbandonata non avendo altro Vescovo per le sacre Ordinazioni in tempo dell'assenza non limitata ad alcun tempo si sarebbe potuto destare qualche malcontento. Oltre di questo la redenzione delle decime e dei livelli voluta dalle Leggi Elvetiche mi tiene di continuo occupato per sostenere meglio che posso i diritti ed i vantaggi della Mensa Vescovile. Altronde poi ho raccomandato al mio Vicario Generale assai pratico dei bisogni della mia Diocesi, e degli affari ecclesiastici, di interessarsi in tuttociò che potrà essere del bene della Chiesa, avendogli a tale effetto data una mia lettera per l'Arcivescovo di Milano, da cui fui ultimamente riscontrato.
La ringrazio infine dei graziosi saluti dall'Ecc.mo Dugnani, a cui io pure non iscrivo perchè si trova ancora impedito il corso delle nostre lettere per la solita strada, come è già a lei noto. Mi farà però gran piacere di significare loro li miei più distinti ringraziamenti e rispetti, anche per il Sig. Card. Caraffa e Mons. Silva, ai quali sono obbligatissimo per i sentimenti di bontà, che si degnarono spiegare a mio favore.
Desidero infine che S. Santità si prevalga dell'umile mia offerta a benefizio della Chiesa e che.lei mi consideri quale sono con perfettissima stima.
D.mo Obbl.mo Serv.re Carlo Vescovo
XI.
Tornasela deputato per la città di Mantova a Pietro Arese a Milano. Da Lione, 15 nevoso X; 5 gennaio 1802.
Caro Amico. La prima nostra sessione a tenore dell'Atto Legislativo 12 corrente ha avuto luogo quest'oggi. Certo Zanetti Ufficiale di linea ha fatto mozione nel Comitato ex Austriaco, ove io era, di dichiarare sciolti tutti i Comitati, e d'invitare l'Amba-sciadore Marescalchi a riunire l'Assemblea straordinaria onde promuovere una nuova e legale organizzazione. La di lui mozione era fondata sulla ipotesi che la Consulta Ordinaria non avesse diritto di emanare l'Atto Legislativo suddetto. Pancaldi il figlio fece una mozione a poco presso eguale, ma in termini più riservati. Alcuni altri pochi oscurissimi Oratori appoggiarono i due preopinanti. II Presid, Melzi si fé allora a dimostrare: 1 che gli Individui della Consulta straordinaria trovandosi in territorio estero non potevano convocarsi se non se dietro gli ordini e nella forma che piaceva alle Autorità locali, e che siccome l'Atto Legislativo era così motivato: dietro l'invilo del Ministro