Rassegna storica del Risorgimento

1821 ; LECHI LUIGI ; PROCESSI ; CARBONERIA
anno <1917>   pagina <21>
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Nuovo contributo atta storia dei processi del 1821 21 "
sua coscienza nel futuro, gettando nel fango senza esitanza il proprio nome e il tesoro della pubblica estimazione.1
È giustizia che quest'uomo rimasto fino ad ora nella penombra del processo bresciano assuma davanti alla storia la propria parte di responsabilità, anche perchè la sua ignominia giova a dare maggiore risalto alla virtù e alla fermezza di molti altri de* suoi compagni.
Appena arrestato, il Buccelleni chiese di parlare con l'inquirente SalvotU, e nel colloquio ch'ebbe luogo il 23 giugno 1823, spontanea­mente gli espose la decisione presa di riconciliarsi col Governo, di aprirgli il suo cuore rivelandogli tutto ciò che della congiura era a sua cognizione e promettendogli di lealmente cooperare con tutte le sue forze allo sviluppo dell'inquisizione . Esigeva però di esser prima assicurato della piena impunità, e di poter ritornare all'esercizio della sua professione con promessa ch'egli d'ora in­nanzi ripeterà la sua esistenza sociale dalla mano del suo Sovrano, e che colle azioni, cogli scritti e con quanto sarà in lui emulerà qua­lunque fedelissimo suddito . Aggiungeva ancora che le persone che egli avrebbe nominato erano dei tutto indipendenti ed estranee al cèntro degli Ugoni, del Ducco e degli altri conosciuti cospiratori, invocando su di sé lo sdegno sovrano qualora mancasse alle sue pro­messe S
Nel render conto in Camera di Consiglio delle dichiarazioni del Buccelleni (tornata del 24 giugno 1823), Salvotti esprimeva il parere che fosse d'atto interesse per lo Staio appoggiare presso il sovrano la chiesta domanda d'impunità, unico mezzo ormai per giungere a conoscenza di quel nuovo centro di cospirazione a cui si accennava. Sul conto del Lechi, infatti, nulla di preciso era emerso dalle altre indagini; Moretti, pur considerato appartenente a quel centro, perdurava nella sua feroce negativa*, rex-colonnello Ventura medesimamente, il medico Zola era fuggito j non restava quindi che il solo Buccelleni che poteva lumeggiare nelle varie sue ramificazioni la macchinazione lombarda. Il Buccelleni, d'altra parte, era persona reputata nel foro.
J DI capto non poteva il Bucoolleiù sperare ohe l'azione sua vergognosa restasse a lungo a Brescia ignorata. Infetti vi fu pubblicamente nota, non forse In tutti i particolari, dopo la scarceraatone dei- compilo! o del Ieehi principalmente- ; il quale ruppe adognoaamonte con lui ogni rapporto di amicizia, nò mai gli perdonò, noi mentre stesso ohe, por llntereasamonto di Giacinto Mwnpiani, si riconciliò col ptot Antonio Bianchi, eoo accusai! anche lui, ma colpevole soltanto di dobo-lezza. [Ot. CoocniraxTj, op. eli., pag. Ì38)?.
J Archivia di Staio di Sfilami Protocallo delle Sessioni , voi. U, Scea.>,
fol. 338.