Rassegna storica del Risorgimento

1821 ; LECHI LUIGI ; PROCESSI ; CARBONERIA
anno <1917>   pagina <28>
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Giuseppe Soliti
ricorsi con. le loro denunzie a Milano, si rivolsero al delegato della polizia di Verona . Aveva infetti saputo dal suo fattore che la per­quisizione all'isola era stata eseguita presente appunto il delegato di Verona, il quale anzi, mentre pareva che gli altri sì contentassero d'una visita sommaria, aveva ordinato con modi aspri che si visi­tasse anche una stanza ch'era chiusa, il che appunto era stato fatto.
Chiesto di quali Salodiani sospettasse come denunziatori, rispon­deva che i designati erano due o tre con a capo l'Arciprete di Salò.1 Domandatogli se dalla sola polizia di Milano avesse saputo della per­quisizione, rispondeva averne avuto notizia anche a Brescia dal com­missario Del Bono, convinto anche lui della sua innocenza.
Salvotti evidentemente seccato da queste imprudenti dichia­razioni della polizia, replicava non trovar in esse una qualsiasi giu­stificazione per l'inquisito, il quale anzi che appoggiar ad esse la sua difesa, avrebbe dovuto esporre ragioni e prove per confondere i suoi accusatori.
Lechi rispondeva non aver prove fuorché nel sentimento della propria innocenza; del resto sì dichiara va disposto a sostenere un confronto col Buccelleni9,
E il confronto ebbe luogo infatti nel successivo costituto del 18 novembre, alle ore 12 meridiane, essendo presidente del consesso il Salvotti.
Buccelleni, introdotto dalle guardie, confermava minutamente, Senza alcun pentimento, quanto aveva già deposto a carico del Lechi in seno alla Commissione, e che noi vedremo più avanti.
Allontanato il Buccelleni, Lechi, che impassibile nell'aspetto, ma chi sa con qual tempesta di dentro* aveva sostenuto il doloroso con­fronto, ripeteva le sue proteste contro la falsità del deposto. E poiché l'inquirente gli osservava che s il Buccelleni fosse stato federato da altra persona, non avrebbe certo voluto salvare it vero colpevole gettando addosso a lui un'infame calunnia, fermamente rispondeva di non volere indagare i moventi dell'accusa, bastargli il consenti­mento della propria coscienza."
1 Fu Arciprete 01 Salò dal 1812 al 1310 don Carlo Vi.to.IinL eafodiuao. Quale fondamento avesse l'accusa mossagli dal Lechi, io non so dite. É ammissibile che il "Vltalini non nutrisse molta simpatia per 11 Lochi, che notorianiento era d'idee molto libere in l'atto di religione, e anche per l'amicizia che coltivava con una donna maritata, la Malanotte; ma, Bensa .provo sicuro, non 'è lecito far di lui un delatore.
" Aixhijìfo di Stato dt Milano. * Costituti L. Lochi , Coafc, H, P. 2955, s Archìvio di Stato di Milano, Costituti L. Lechi . Cosi. TU, V. 2-959.