Rassegna storica del Risorgimento
PIVA DOMENICO ; GARIBALDINI
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1917
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Edoardo Piva
natura o per mestiere, nemici di tutti i governi, di quello di oggi e di quello di domani, lievito potente di tutte le Sommosse, tristi forse, eppure fatali e spesso eroiche, di tutte le rivoluzioni. In quella provincia di confine poi non potevano essere ignorale le cronache delle cospirazioni della vicina Romagna; il paese di Fratta, anzi, era stato segreto asilo di Carbonari; l'idea d'Italia aveva varcato il Po, fin dai grigi anni delle prime speranze, ed óra balenato nel cielo della patria soggetta e nella mente dei migliori il pensiero del Mazzini. Informe, intuitivo, più che elaborato, rudimentale ed impreciso era certamente questo pensiero, onde mancava un orientamento ben definito e si navigava in un mare senza piaggia, si mutava rotta ad ogni nuovo baleno, ad ogni voce fosse pure lontanissima, si imitavano gli stranieri, e le congiure erano più che altro romantiche disposizioni degli spirita. Nondimeno, il governo austriaco non sentivasi sicuro di sé.
Quei veechi, avanzi dell'esercito del primo Napoleone, quei giovani, cresciuti in un crepuscolo, che pareva imporporarsi delle tinte sanguigne della vigilia, nutriti di romanticismo, avvolti negli ampi mantelli all'italiana, poco rispettosi delle vetuste tube sostituite dai molli e piumati cappelli a larga tesa, alleati coi malcontenti d'ogni stampo, indugiantisi nei tortuosi sentieri della politica, erano come ombre nuove ed inattese, le quali si agitavano sopra il nebuloso sfondo dell'ignoto e costituivano una ragione d'inquietudine, una spina acuta nel cuore del paterno regime, un indice minaccioso del venir meno di quel rispetto assoluto all' autorità dei trattati, alla volontà del sovrano, al diritto della forza : tutte cose sulle quali l'Austria fondava il suo governo in Italia e fuori d'Italia .l
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Tra il manipolo dei giovani che, nella ben occupata e non certo ribelle città di Rovigo, seguiva l'impeto dei nuovi sentimenti, si distingueva Domenico Piva, nato il 2 di dicembre del 1826 in una modesta casa dell'antica Via Catena (ora via Cavallotti), unico patrimonio del padre Giovanni, amministratore di cospicua fortuna di nobile casata rodigina.
Era Domenico il quarto degli otto figli del rigido amministratore, ma veniva primo nella indomita fierezza, nella irrequietezza dell'a-
i cir. E. PIVA. La cacciato degli austriaci da Rovigo nel maree XBéS e la coslilusione del Gomitato dipartimentale del. Polesine, in. JSnwo archivio veneto, nuova Berle, voi, xxxn, pagg. 481-82, Venezia 1916.