Rassegna storica del Risorgimento
PIVA DOMENICO ; GARIBALDINI
anno
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1917
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pagina
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53
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Un volontario naribaldmo 53
Nel lungo corteo di 5000 persone che, Il 7 di febbraio dei 1848, accompagnava il feretro dello studente Giuseppe Placco di Monta-piana, la cui morte, avvenuta due giorni innanzi, aveva dato luogo ad una grande dimostrazione di studenti, mol t'issimi, anzi i piti, erano vestiti all' italiana : larghi pantaloni di velluto nero, giubba pure di velluto attillata, mantello nero anch'esso di velluto, portato perfettamente all'Emani, cappello di feltro a larga tesa con piuma nera e ibia nel davanti.
Quando il corteo solenne stava giungendo nei pressi deU* università, improvvisamente venne investito dalla carozza del maresciallo d'Aspre, che avrebbe voluto proseguire, disordinando le file e con evidente disprezzo per quella moltitudine commossa, la quale ondegy giò un istante, mentre un giovane - lo studente Bortolo Lupati :Ii' Adria - fattosi avanti e trattenendo i cavalli del maresciallo gridava :
Indietro maresciallo ! Indietro ! Tu che opprimi e reprimi la vita, ai-restati almeno davanti alla morte !
II maresciallo in quel momento si fermò ; ma non si fermarono i suoi ufficiali, quando alla sera entrati nel caffè della Vittoria con i sigari in bocca, accolti al grido degli studenti abbasso il sigaro I , sguainarono le sciabole ferendo una donna incinta.
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Le protesté per questo fatto iniquo si convertirono tosto in tumulti : il giorno appresso fu chiesto il cambio della guarnigione, la punizione dei colpevoli, ed il ritiro dei militari in caserma alle 5 del pomeriggio ; ma il generale Wimpffen rispose a queste richieste con un reciso rifiuto.
Alle quattro e mezza le botteghe della città sono chiuse; è la folla si addensa al Pedrocchi per protestare contro il rifiuto del generale, quando sopraggiungono due ufficiali, fumando e passeggiando con atteggiamento provocatorio.
Abasso il sigaro 1 , si grida da ogni parte. Gli ufficiali sguai. nano le sciabole, ma sono assaliti dagli studenti, che strappano loro i sigari, li percuotono e li. mettono ih fuga, mentre;, sbucano nella stretta via i soldati, che rispondono alle sassate a colpi di fucile e di baionetta. Una palla si conacca k una parete della prima sala del Pedrocchi, dove ancora rimane. lì tumulto diventa sempre più violento. La campana della torre universitaria suona a stormo. Alle porle della città accorrono, forzandole, i contadini a centinaia. Cadono uccisi gli studenti G. B. Ricci, veronese, e Giovanni Anghi-noni di Bozzolo. Molti cittadini rimangono ifórÉfv