Rassegna storica del Risorgimento

PIVA DOMENICO ; GARIBALDINI
anno <1917>   pagina <66>
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Edoardo Piva
La vista di Garibaldi dovette essere come un improvviso bagno di luce 'spirituale, che influì su tutta la vita del giovane profugo ve­neto che, a venfcidue anni, era già passato tra le ansie della cospira­zione, le magnifiche violenze della sommossa, le incognite terribili della prigionia, il battesimo del fuoco, le vie dell'esilio.
Quel 10 di novembre deil8*8, tra le brume di Bologna, che poco pia di set lustri dopo doveva ospitarlo elevato ai più alti gradi della ge­rarchia militare duramente conquistati, il profugo veneto salutava in Garibaldi il sole che lo avrebbe confortato poi attraverso le tappe ga­ribaldine, a Roma, sulla spiaggia adriatica, in Lombardia, in Sicilia e sul Volturno. Noi grama gente di un'ora diiscetficismcpn cui ogni sorla di ideali si annebbia nel calcolo freddo degli immediati tornaconti, saremmo già abbastanza avventurati se almeno sapessimo tutti sen­tire a traverso il ricordò dei padri la .umana poesia della nostra storia dì ieri.1
Il profugo veneto, già non più recluta della patria, tra le brume del quarantottesco novembre bolognese, si apriva la sua eroica via chiedendo ed ottenentio* !Htt breve, di seguire Giuseppe Garibaldi.
A
A tal uopo, si recò a Ravenna, luogo destinato all'adunala. Quivi s*imbattè'in Giuseppe Marocchetti* Gaetano Sacchi, Ignudo Bueno, Alessandro Moutaliiv Tommaso Risso, Giovanni-: Gùliolo detto leg­giero, Stefano Ramorino, Lorenzo 'Parodi, Giulio Emanuel!,1 Fran­cesco De Maestri, Carlo Rodi ed altri, ancora, alcun!" de' quali già esperti dell'arto! nello Americhe sotto la guida del grande nizzardo
La notizia improWisa..Bassinio di Pellegrino Rossi, ministro diPio IX, giunta a Ravenna il 18 di novemb diresse la mente di G. Ga­ribaldi ad altri pensieri, come appare dalia cMUsa in una lettera del 20 seguente, dettata a Ravenna: L'Italia non esisterà, finché là sua insegua non fiammeggi una e libera sui Campidoglio a. Cosi la mat­tina ìlei 28 di noéfflÉre del 184S la prima legione italiana - conte; volle chiamarla Garibaldi in memoria di quella di Montevideo di quella delle Alpi,-, dia" derivava - era già in cammino per Roma.
Qui veramente, nonostante le prove di valore offerte -a Treviso e
J Questo paròle non hanno più ragiono oggi, dopo il mirabile sforzo della nazione in arai poi compimento dot grande sogno dei padri. a I). ÉIVA, Memora PgJ a E. liOiHviifsosr, op. g arto I, pag. 31,