Rassegna storica del Risorgimento
PIVA DOMENICO ; GARIBALDINI
anno
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1917
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pagina
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67
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Un volontario garibaldino 67
a Vicenza, comincia per Domenico Piva la vita di soldato dell'Italia che insorge e risorge. Al padre, il calale, nel frattempo, per l'indulto concesso dall'Austria ai fuoruscili, l'aveva invitato a"ritornare in patria, aveva risposto da Bologna : Come potrò io tornare in patria fra gente abbonita, dopo di aver sofferto una prigionia, dopo di aver dato la mia vita alla libertà? Oggi mi si parla di ritornare in patria? E etri lo farebbe? un vile, uno di mala fede, un satellite austro-gesuita . È più oltre: Iddio ci serbi a buoni destini, che, superbi delle nostre azioni, possiamo ritornare in Patria, e piantare l'albero della nostra sospirata nazionalità .'
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Con tali propositi Domenico !iva era diventato soldato di Garibaldi, e awiavasi, colla mente piena di antiche memorie, in difesa della città eterna, milite oscuro ma intrepido di quella legione destinata a coprirsi di gloria e di fama nella giornata del 30 di aprile del 1849, e poi a Palestrina, a Velletri, al Gasino dei Quattro Venti, al Vascello, a Villa Spada, lungo i bastioni da porta S. Pancrazio a porta Portese, e contare fra' suoi la parte più eletta del patriotismo italiano.
L'ardire del giovane legionario era centuplicato dal desiderio di vendicare l'oltraggio inflitto alla nascente repubblica romana da un'altra repubblica, la francese, che offriva, per l'insidia del pallido Bonaparte, il triste spettacolo di puntellare la tirannide teocratica co'suoi soldati, i quali vantavano il diritto di essere chiamati uomini liberi2. E, alla distanza di dodici anni, quando ormai il sicario di Roma repubblicana aveva consumato sulla propria patria il nero delitto del 2 di dicembre, perdura ancora vivissimo il ricordo di quell'epica pugna, e l'anima del patriota prorompe in parole vivacissime: <s,.. pranciite io fui ferito ... difendendo Roma e l'onore delle armi italiane, e mi ebbi con orgoglio la soddisfazione di vedere le tue falangi fuggire innanzi a noi, pugno d'uomini, nuovi alle battaglie e quasi inermi, vidi Roma cadere in tuo potere per forza brutale di proiettili, ma non per valore .'
Lettera 8 ottóbre 1848 ili D. Piva al -padre.
a e Bea il principio di quella lunga Borie di frodi e d'inBplenzOj dovuta non tonto a Ifiipoleone; (pianto al cattolici francesi, che, comtnoiata per una spade di malinteso orgoglio nazionale, fini eoi sacrificare la nazione al Papato, e fu scontata a S<5dan . Passo del Krao In A t/Mory of Ifalim //* Ì8t~187 M t. I, pag. 334, riportato da( HAOAULAY, iwgg. 120-124.
B D. PJVA, Memòrie, pag. .61.