Rassegna storica del Risorgimento

PIVA DOMENICO ; GARIBALDINI
anno <1917>   pagina <70>
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Edoardo Piva
uscirono da quella porta per destinazione ignota, e, dopo marcie e conlromarcie, la mattina del 5 furono in vista di Tivoli. Verso sera venne ordinato di levare il campo, e l'intera colonna, per sentieri da capre, camminò alla volta di. galestrina, preceduta dalla terza cen­turia, comandata dal centurione Bernardo Peral1;ar della girale faceva parte Domenico Piva.
JPer Ben comprendere lo scopo, che si prefiggeva Giuseppe Gari­baldi;, ftteén'Io da: Roma la notte del 4> di maggio, sarà opportuno ripetere, per amore di brevità, quanto scrive uno storico, il quale a questi Mlii dedicò recentemente una poderosa e accuratissima opera, i 1 Loevinson N? Era stato sempre desiderio di; Piò TX, fuggito a aek. che il suo ristabilimento nel potere temporale l'osse effetto non della azione di una sola potenza, ma del concorso dell'Austria, della Francia, della Spagna e del regno di Napoli insieme, per non finire in eselusiva dipendenza di una di esse. Ora, dopo lo sbarco dei Francesi a Civitavecchia, poiché l'occupazione di Roma pareva ormai al partito clericale, molto mal informato sul vero spirito della popo­lazione, una questione di pochi giorni, era l'interesse tanto del Papa quanto del re Eerdinando di Napoli di occupare la parte meridionale dello slato pontificio di entrare in Roma possibilmente prima dei Francesi. Passalo, agli ultimi di aprile, il confine presso Terracina, le grandi forze di cui disponeva il re Ferdinando li (circa 10.000 uo­mini) fecero sì che i Napoletani avessero buone accoglienze dalle popolazioni dei monti Albani, e che ben presto spingessero i loro avamposti fino alle Frattocchie, a poche miglia da Roma. Da un momento aìllaltro il Triumvirato poteva temere un 'azione comune dei Francesi e dei Napoletani contro Roma o almeno un attacco sulle mura meridionali ed orientali della città. In questo frangente il Maz­zini cedette alla domanda di Garibaldi, di affidargli il comando t-una piccola spedizione contro i Napoletani, la quale poi avrebbe potuto assumere anche la forma di una impresa grande contro lo stato vicino, qualora le trattative coi Francesi fossero arrivate ad un punto da non dover più temere niente da parte loro .1
di Manara rappresentavano il fiore dogli ornili lombardi o piemontesi;; Brano circa 600 capitanati da Luciano Manara, nobile mllaneso, uno degli eroi detìo cinque giornate di Milano, entrarono in Boma fi 29 aprile. La disciplina di questo corpo era ammirabile EMILIO DANDOLO fu fi narratore della istoria dui corpo. I volontari. Vermt/lfen lontborffi, Torino. 1840. IiOBViNSOS,op. . parto pagg. 11M.12.