Rassegna storica del Risorgimento
PIVA DOMENICO ; GARIBALDINI
anno
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1917
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pagina
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76
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Edoardo Pitta
quando, alludendo al Rosselli, gli uscì dal labbro l'invettiva bolognese : Boia d'wu traditor, Garibaldi non potè a meno di soggi un-gpéri.: e ciò fosse, a noi resterebbe la gloria, a lui il disonore.'
Durante la via da Velletri al confine del regno di Napoli, che doveva essere invaso dalle truppe della Repubblica romana, Domenico Piva fu colto da una febbre violenta causata dallo strapazzo, onde fu ospitalo con ogni cura da una ragguardevole famiglia. Ma subito che si riebbe, pei* la via di Ferentino, raggiunse in Frosinoue, al confine del Lazio, la sua centuria alloggiata in una chiesa.*
A. Rocca d'Arce, dove ebbe fine la marcia per ordine improvviso del Triumvirato, il quale riebiamava Garibaldi, come pochi giorni prima aveva richiamato il Rosselli, con parte delle milizie destinate all'invasione del reame napoletano, Domenico Piva, dall'alto di una roccia, e per breve istante, girando lo sguardo in direzione di Napoli, ebbe la dolce illusione che il piccolo esercito repubblicano non si sarebbe fermato vittorioso che ai piedi del Vesuvio.0
Sull'albeggiare del 3 di giugno, quando già Garibaldi coi suoi vi era entrato, Roma fu svegliata dalVram-bqr dei cannoni?-: e dai rintocchi a martello della campana del Campidòglio, ai quali rispósero, in una unica eco, le campane dei trecento e più campanili della città eterna, mentre dall'alto di Castel Sant'Angelo sventolava la bandiera rossa, segnacolo di battaglia, e da tutte le case sbucavano i difensori imprecanti alla slealtà dei Francesi.* Costoro intatti, prima del crepuscolo e prima che spirasse U termine dell'armistizio concluso con il Triumvirato, contro ogni legge militare ed il diritto delle genti,Sè--ano sorpresi e fatti prigionieri gli avamposti italiani di Villa Pam-
phili.
Domenico Piva con la sua centuria, destata di soprassalto, dal convento di S. Silvestro arrivò a Porta S. Pancrazio a gran passo, -quando i Francesi eransi già impadroniti del cosi detto Casino dei Quattro Venti.5 Quivi s'impegnò subito un farioso combattimento
1 E. I'IVA, Memoria manwpìifa pagg. 117-11.
'' Ibidem, pag 129
8 Ibldonj, pagg.; t30-JJ8tì
i Ibidem* pag. !
5 Era così chiomata la Villa Corsini. Spiccava nel cielo, alia sui vigneti e sulle ville circostanti, offrendo a tutti l venti i muri massicci della sua struttura quadrata per cui s'ebbe sposso il nome di Casa dei quattro Denti* Una scali unta