Rassegna storica del Risorgimento
PIVA DOMENICO ; GARIBALDINI
anno
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1917
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pagina
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79
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Un volontario garibaldino 70
e che gli produsse un dolore così acuto ed una cosi copiosa emorragia, da fargli credere in sulle prime d'essere stato per sempre e completamente deturpato. Ma si consolò tutto, quando, toltosi dalla parte contusali fazzoletto intriso di sangue, l'acqua del magnifico fontanone del Gianicolo, presso il quale s'era fermato, rispecchiò intero il suo non piccolo naso.1
Dopo quella memoranda giornata, chiusasi, pur troppo, con la ripresa, da parte dei Francesi soverchiauti di numero, del Casino dei Quattro Venti, Domenico Piva, il 7 di giugno, era promosso legato nella stessa centuria,
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La sera dal 9 al 10 di giugno, i legionari, dalla linea di difesa, stendentesi da porta S. Pancrazio a porta Cavalleggeri, di dove cercavano di molestare i lavori di approccio dei Francesi, furono chiamati nella grande piazza di S. Pietro per ricevere l'ordine di infilare la camicia sopra le vesti, quale segno di riconoscimento per una sortita preparata, a quanto pare, per sorprendere i Francesi nei dintorni di Villa Pamphili, dove nel combattimento del 30 aprile avevano avuló' la peggio.
Vèrso le 10 pomeridiane, guidati da Garibaldi, uscirono in silenzio da cinque a sei mila i difensori di Roma. Durante il cammino le camicie, per ordine superiore, furono tolte di dosso, il terreno presentava ostacoli e difficolta di marcia. Ad un tratto un rumore confuso, mescolato a grida di Cavalleria! i Francesi!... rompe 51 silenzio della notte e poi segue un impeto di genteche ripiega, che urta ed abbatte. È la legione polacca, posta all'avanguardia delle truppe romanci,: che retrocede. Io non posso descrivere - racconta Domenico Piva -ciò che successe. Certo a quell'uri ito, fui rovesciato a terra* calpestato,..> né pare che io sia rimasto sempre a terra, perchè mi trovai al punto dove i bersaglieri del Manara furono incaricati d'arrestare i fuggenti e di riunirli; cioè ad una considerevole distanza dal luogo di quella tristissima ecena provocata dalla consuetudine dei Polacchi di parlare in francese, onde l'equivoco d'avere a fronte i nemici.9
j JD. PrvAi Memorie, pagg. 137-138. " * D PIVA, Memoria, pagg. 14lrl42. Ita. legione .polacca, mossa In avanguardia, sbagliò acni Mero,, e passimelo presso la località detta Castello dei Ire Archi altra-verso uà canneto alto, avvenne dhel primi fracassarono qualche oanna col piedi. Allora alcuni dei Polacchi '.', del legionari di Garibaldi, tornendo di essere assidili in queste condizioni sfavorevoli, si misero a gridare ; "I -nemici-" J>. Ofr. E.LOE-vnraoKt op, cit,, Parte I, pag. 210.