Rassegna storica del Risorgimento

PIVA DOMENICO ; GARIBALDINI
anno <1917>   pagina <95>
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Un volontàrio garibaldino 05
l'ardore degli uni e la diffidenza degli altri. Tipica, a tale riguardo, la risposta da. un suQT'fcontìltadino, invitato a prendere parte alla spedizione; '4 Bisogna essere disperati o malia per seguire Garibaldi . -Jpjoìsperati è I matti - e non furono tutti disperati1 o inatti - sal­pando da Quarto, la notte dal 5 al ti di maggio del 18150, incatensN vano la fortuna e la Tiittojia sulle pitàde. del Piemonte e del Uo*-bftrdOi novelli argonauti, naviganti Vèrso: i lidi incantati della terra del fuoco alla distruzione, dei Peiiféiui: mangiatori di popoli.
Sali Domenico Piva sul Lombardo affidato alla possa rutnosa di -Bioio Bixio, l'uomo pel quale egli aveva concepito, nonostante tutfc ttn e ulto cosi grande da largì], più volte, nel ricordare la sconfitta di Mésa-, ripetere ohe nessun' uomo eira Ek sdegno, peireccellenza delle :'vij'iù' dì. mtónaio. e -> 'soMalo* M alai sul mare a Ironte dei Teghetoff, quanto Nino Bixio.
Mentre léàue navi, frementi dell'ansia di tanti cuori, fendevano furtive le onde glauche del Tirreno verso1 paiamone, i Mille, imbar-aafò alla rinfusa, venivano .ordinati e divisi in compagnie. Bixio fu SL capitano della prima, luogotenenti Giuseppe Dezza e Domenico Piva : tre anime indomite, tre cuori di leone, tre spade invitte, per quanto diversi, per rapporti sociali, per temperamento e per educazione. SfòÉ importa ripetere qui i giudizi espressi da Domenico IH sul Bixio e sul Dezza negli intimi conversari, nei quali, talvolta, negli aunà del tramonto, panSei- l'anima SOìefo idi solito tutta chiusa in se medesima, e quasi appartata dal mondo. Se non ohe la sconfinata adorazione per la memoria del bollente genovese non era Me da fargli velo agli occhi, che più volte avevano scrutato e letto nel profondo di queiranima tormentata e tutta cruccio,; invelandone ima debolezza, forse a -molti ancora ignota, debolezza talvolta isfrtìit-tàta con arte .> icjm -profil;!*) da ''ualeuaOi quella itk UOiii essere: insen­sibile alla adulazione* ÌSTò quella adorazione pel fòrte guerriero ligure era stata Me da permettergli di sopportare, lui presente, sfoghi vio­lenti di collera fu danno di chicchessia, sfoghi senza misura, quando trattavasi tf Infrenare un .erfeliQ- di dìsobhedienza, di incitare un pigro, di colpire uu ribelle. B-iìcne, Urà -0 altri, per ma faceta osserva* zione, pronunciata sulla tolda del Lombardo, li esperimentò quell'uomo bonario -di' .'Ciarlo Plona, ebe ebbe il viso psto: dall'urte- di alcune stoviglie, lanciate eoa iurta- indemoniata.; ;fgpnMMfeSIP: gin­netto, aveva, osato trattenere, per le wb. É JÉtlM il cavallo di Carlo Altoetiò'.
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