Rassegna storica del Risorgimento

PIVA DOMENICO ; GARIBALDINI
anno <1917>   pagina <99>
immagine non disponibile

Un volontario garibaldino 99
del bivacco di Gibilrossa. Cominciò allora, dalla marina, a tuonare il cannone contro il secondo ponte, varcato a corsa, sotto una gran­dinata di schegge, da Domenico Piva e da' suoi.
Sopragghinse intanto Nino Bàrio, il quale, chiesto conto dello stato clelle cose, disse : Il nemico è in forze sulla nostra sinistra. Tu, Piva, rimani sul ponte, raduna e caccia avanti la gente che ar­riva . Poi, postosi alla testa delle truppe passate, penetrò nella città.
**
Quando il pericoloso ufficio di radunare gli sbandati sotto il tiro della mitraglia delle navi è compiuto, giunge Sirtori, l'impassibile Sirtori, il quale col Piva muove verso Palermo.1 due, ignari iÉL luogo, vanno a cozzare contro una pattuglia borbonica, la quale intima loro di arrendersi. Il Piva, brandendo la sciabola, si getta sui Bor­bonici gridando : Ve la darò io la resa ! e Sirtori del pari, snudata tranquillamente la propria, accorre al soccorso. I Borbonici, sciabo­lati furiosamente, sgomenti di quei roteamenti, si danno alla fuga. TI Piva e il Sirtori continuano la via verso Palermo.a
Dovunque in Palermo sorgono barricate, dovunque si combatte furiosamente per le vie; gli scontri isolati non si contano più. Il 29 di maggio la battaglia per le vie della città dei Vespri raggiunge il mas­simo della furia.
Nella mattina gl'insorti riescono ad impadronirsi della cattedrale e a sloggiare te regi dal palazzo arcivescovile e dagli edifizi della piazza reale, sede del quartier generale borbonico del Lanza. Ripresa l'offensiva, i regi riacquistano l'arcivescovado e la cattedrale.8 In quell'ora Garibaldi era in palazzo pretorio. Domenico Piva, che com­batteva dove più fervida era la battaglia, vista la gravità della cosa, si ritira dalla pugna, corre al palazzo pretorio, vince le opposizioni dei custodi, entra nell'aula,; dove Garibaldi siede a parlamento con i rappresentanti della città. II Generale, edotto del pericolo, scende nella via e raggiunge col capitano Piva le barricate, dove è accolto dalle scariche dei fucili borbonici. L'eroica abnegazione di un ignoto milite della libertà.,, rimasto ucciso sul colpo nell'atto dìJfàr scudo
' Ibidem, png. 38G. "
Cfc, fSrpiAVBLT.iV 6ÌIÌPVWtO W WmM fi MMfffffQ ISffQjiSiRÌPÌBta fot
Jiìsorgimonlo Italiano, Boacn, 15)09.
f'SJBavsi'VAK, Garibaldi e i Militi, pftg. 400.