Rassegna storica del Risorgimento

LAMBERTI TOMMASO ; SAN LEO
anno <1938>   pagina <1078>
immagine non disponibile

1078 Domenico Spadoni
preso impieghi sotto i Francesi dicendo averlo fatto per necessità. Preparò altresì un'Orazione pel fausto ritorno del S. Padre. Se non che, chiesta l'autorizzazione alla stampa d'ambi gli scritti, essa gli veniva negata non credendosi alla sincerità dell'autore. E non a torto, perchè, venendo nell'agosto permessa di nuovo dal Pontefice la Compa­gnia di Gesù, il Lamberti sfogava i suoi veri sentimenti in un sonetto che gli verrà poi trovato nella perquisizione domiciliare nell'autunno dell'anno appresso.
Ma mentre per il mancatogli consenso di stampa, e per gli allar­manti commenti che ne corsero, il Lamberti era danneggiato e avvilito, ecco nel marzo 1815 diffondersi dapprima la nuova fulminea della fuga di Napoleone dall' Elba e del suo ritorno portentoso in Francia; quindi della richiesta di transito, fatta dal Re di Napoli, di sue truppe sotto Roma e della contrarietà del Papa e del prudenziale allontanarsi di questo dalla Capitale. Può ben comprendersi come il cuore del Lamberti, al pari d'ogni partigiano del regime caduto, ne sussultò di speranza, molto più che alla fine del marzo giunse in Roma con misteriosa missione il generale napoletano Pignatelli Cerchiara. Non sappiamo se di sua iniziativa, o dietro segrete istruzioni, il Lamberti riattivò una confiden­ziale corrispondenza col suo vecchio amico e confratello Pietro Busti, già sotto i Napoletani ff. di maire in Perugia,*) e questi il 1 aprile gli rispose con lettera simulante una timorata e religiosa deplorazione degli avvenimenti e concludente con un finto voto al Cielo' perchè, malgrado tutto, i Bricconi, come l'empio Massonismo sovvertitore di tutto il Mondo fossero puniti. Però in una successiva del giorno 8, scritta con evidente orgasmo dietro il precipitar dei fatti, il Busti usciva in aperta ed entusiastica espressione di sentimenti patriottici.
La lettera merita d'esser riprodotta come documento dell'atmo­sfera d'idee in cui dal Lamberti e dai suoi amici si viveva in quei giorni, assieme naturalmente alla prospettiva d'un risollevarsi delle personali condizioni:
TI Diario romano (scriveva il Busti), ci dilegua tutti i dubj, che si avevano, e ci pone in chiaro il nuovo ingresso di Napoleone in Parigi. I Proclami del Re Gioacchino sono altrettanto elettrizzanti per l'Italia, e promettono a onesta bella regione giorni più. felici, e di gloria per una Nazione, che fu un tempo la Regina del Mondo. Possano gl'Ita­liani profittarne, e noi tutti cooperare alla gloria, ed alla prosperità Nazionale, ed essere un tempo aggregati fra le Nazioni portanti lo scettro Italico, e non più. diviso, né da
i) Il Busti al tempo della Repubblica romana era stato edile e amministratore dipartimentale e sotto Napoleone consigliere mimici pai e e aggiunto al maire, nonché amministratore degli Ospedali di Perugia*