Rassegna storica del Risorgimento

LAMBERTI TOMMASO ; SAN LEO
anno <1938>   pagina <1079>
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Un patriota romano morto in S. Leo, ecc. 1079
stranieri conculcato ed oppresso. Possano i bei giorni dell'Italia sorgere felici e fecondi, come pur troppo abbonda il nostro secolo di Genj e di Luminari. Lungi da Noi per a) bell'opera ogni privata contesa, ed i Lumi Sagri della Filosofia, e del Genio travaglino indefessamente a sì nobile impresa, che dev'essere di tutti lo scopo come che tendente alla nostra comune felicita. Mi faceste presentire nella vostra Lettera, che il bravo ed amabile Gen.le Pignatelli sarebbe costi l'organizzatore, ed il Governatore gen.le, per il nuovo ordine di cose, che andavano a prepararsi. Io risposi nella mia lettera, che questo degno sogetto ebbi occasione di conoscerlo l'anno scorso, quando egli momen­taneamente passò di qua, ove diplomaticamente allora facendo funzioni di Maire ebbi il bell'incontro di parlar seco, e conobbi a pieno il suo vasto genio, e nobile carattere, per cui presi motivo di raccomandargli questa mia Patria. Fortunato se potessi di bel nuovo tornare a fargline sentire Io stesso presentimento, e se come dimostrò allora di prendere tanta parte per la medesima, così potessi ora ravvivargliela. Io ne sarei ben giulivo, e contento. La mia ambizione non è che figlia di un entusiasmo patrio, che mi sprona a promuovere il bene, come deve essere quello d'ogni buon cittadino che ama la sua Patria, Voi mi assicuraste della vostra TninìMOj e benevolenza, e mi assicuraste del pari, che la riapertura del vostro carteggio sarebbe stato proficuo ad entrambi. Mettiamolo dunque a profìtto, e facciamo tutti gli sforzi, perchè siano allontanati del pari, ed i Furbi ed i Pipistrelli, e gì' infami egoisti, ed i pusillanimi non trionfino dell'onestà, e della virtù più: troppo fin qui calpestata ed oppressa.
Ma, ahimè, la campagna indipendentista del He di Napoli passò come fuggevole meteora e con essa svanirono le concepite rosee aspetta­tive ! Tornato in Roma da Vienna con aureola di prestigio e con i migliori propositi il Segretario di Stato card. Consalvi, il nostro Lamberti, in data 21 luglio 1815, credè opportuno indirizzarsi a lui per un impiego. Giova qui riprodurre i brani più sostanziali del documento per il suo valore biografico:
Il mio nome non è, io credo, ignoto all' E. V. come neppure la mia persona. Posso lusingarmi che non abbia obliato i miei deboli talenti. In tempo in cui Ella sedeva con tanta lode nel Tribunale in tutta 1' Europa cattolica celebrato della Sagra Romana Rota per la sua sapienza, e giustizia, esercitava io l'Avvocatura, e non era fra gli ultimi. Il mio nome non recava certamente ingiuria al ceto ragguardevole cui appartenevo.
Il Lamberti qui preferiva tacere della parte avuta nella Repubblica
romana del 1798-99 e proseguiva col dire:
Il turbine politico che nell'anno 1809 suscitassi furiosamente in Roma, e ne' Stati Pontificii, avvolse disgraziatamente ancor me. Ci trascinò pur troppo un numero ben grande d'Individui, per ogni titolo stimabile (0 diceva il vero mentre le necessità economiche fecero accettar servizio nella magistratura napoleonica, transigendo con le sue convinzioni, anche a quel Giuseppe Pistrucci, cWera stalo istruttore in Bologna del processo contro Zamboni e De Rolandis e che nella prima occupazione napoletana di Roma nel 1799 era stato magistrato antirepubblicano). Il mio carattere fu da qualunque briga mai sem­pre alieno. Non ebbi pertanto nel Governo Napoleonico altre ingerenze, che quelle, alle quali da Rappresentanti primarii di esso, fui chiamato. Credei d'essere in diritto di sussistere, e far sussistere una famiglia cui ho dato l'essere, e non le ricusai. Con