Rassegna storica del Risorgimento

LAMBERTI TOMMASO ; SAN LEO
anno <1938>   pagina <1081>
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Un patriota romano morto in S. Leo, ecc. 1081
nel Debito pubblico e nelle Poste, hanno similmente perduto tutto. Non arrossisco di confessor la mia miseria, ma ne insuperbisco. Questa forma il mio elogio maggiore. Cosi molti avvocati Reali non fossero fra Noi, i quali si occupano in mantener vive le odiosità, e sparger massime che disonorano la Religione, e la Umanità, non che il Governo stesso. E pure il mio contegno quando poteva luor nuocere, fu di scusarli, iscolparli, procurar loro del bene. Qual diversità di massime 1 Io sono tranquillo e pago. Si dice imminente una nuova organizzazione giudiziaria, singolarmente nelle Provincie tornate in dominio della S. Sede. Non fa d'uopo, che vi dettagli Eminenza, in qual ramo possa io servire al Governo, e.d'altronde non ho alcuna particolar premura di servirlo nella Capitale. Ardisco di vantare di avere in materia di Legisla­zione, ed ordine giudiziario cognizioni non communi. Son sicuro che non demeriterò la fiducia del Sovrano, e la Protezione dell* E. V. che baciando la Sacra Porpora imploro devotamente.
La supplica, a quanto pare, rimase pel momento senza esito. Certo la riforma amministrativa-giudiziaria, cui il Lamberti alludeva, era allora allo studio e non sarebbe stata emanata che un anno più tardi. Mentre egli trovavasi così ridotto professionalmente in critiche con­dizioni, pare si desse alla redazione d'un'opera storico-critica sugli avvenimenti più notevoli dello Stato romano dopo la Rivoluzione fran­cese. Poiché non risulta che anche anteriormente il Lamberti avesse dato prova delle sue inclinazioni di scrittore (la scrittura del tempo napoletano non si sa se di natura legale) e la sua condotta era stata sostanzialmente posata e prudente, stentiamo a spiegarci la cosa. Dob­biamo credere ch'egli fosse indotto a siffatto lavoro dall' impeto della delusione che in lui, come in quanti, malgrado tutto, aveano apprez-. z ato e gustato il regime napoleonico e anelavano a un illuminato vivere civile, produceva ora la restaurazione del vecchio regime pontificio con le sue dolorose conseguenze personali e pubbliche ? 0 non piuttosto la redazione da parte del Lamberti di quell'opera denigratrice del Governo pontificio, d'iniziativa propria o per segreta commissione altrui, deve farsi risalire al tempo in cui il Re di Napoli aveva deciso la cam­pagna indipendentista italiana e mandato a Roma il gen. Pignatelli Cerchiar a con incarico non ben chiaro, ma, a quanto sembra, per prepa­rare ed eventualmente effettuare quell'occupazione delle romane pro-vincie che Gioacchino, cogliendo il pretesto dell'allontanarsi del Papa da Roma, avea minacciato fin dal suo ingresso a Pesaro ? E deve pensarsi che poi il Lamberti, malgrado fosse venuto meno lo scopo primitivo dell'opera (giustificar l'occupazione napoletana), disgustato dal trattamento del Governo papale, facesse un'aggiunta ad essa portando la storia fino al secondo ritorno di Pio VII, col proposito di procurarne la stampa all'estero ? Non sappiamo. Purtroppo manca in atti, non solo il ms. assai voluminoso che fu sequestrato al