Rassegna storica del Risorgimento
LAMBERTI TOMMASO ; SAN LEO
anno
<
1938
>
pagina
<
1083
>
Un patriota romano morto in S. Leo, ecc. 1083
può darai che in questo frattempo il Lamberti lo abbia fatto prevenire, giacché Egli s'è preparata la scusa che faceva quest'opera per tuia privata occupazione, che molti tratti potevano esser emendati, onde creda bene V. E. che nel caso che il copista neghi bisognerà prendere delle misure sulla sua persona. La prevengo che questo è un addetto di un altro (?) Magistrato, onde se vi sarà bisogno di venire ad atti irretrattabili ne darò avviso subito a V. E. affinchè abbia la bontà di autorizzarmi. Lamberti à scritta una lettera a V. E. R., io mi farò un dovere di portargliela domattina, che le farò relazione di tutto, onde conosca la malizia di questa lettera. Le scrivo in fretta, ma non ho voluto mancare di renderla informata, onde possa anche comunicare il tutto a N. S. Il d. Lamberti è guardato dai Soldati. Mi creda intanto etc. (Fuori: Si unisca coi biglietti scritti ieri sera).
Probabilmente la lettera al card. Consalvi di cui è cenno qui sopra era quella inviata dal Lamberti in quel giorno stesso a don Gioacchino Provenzali presso 1' ECHIO card. Segretario di Stato, pregandolo d'ottenere che la sua moglie e il suo figlio potessero gettarsi ai piedi di S. E. per consegnargliela protestando la sua gratitudine con le famiglie che da lui dipendevano. E aggiungevagli:
Dalla lettera comprenderà l'affare in cui sono innocentemente caduto, dico innocentemente perchè non ho colpa, la quale formi materia di confessione.
La lettera unita era del seguente tenore:
Eminenza Ieri a sera circa le ore tre si portò in mia casa il sig. Aw. Leggieri Giudice del Governo insieme con un Notaio accompagnato da molta sbirraglia, e dopo avermi intimato l'arresto per ordine di Mons. Governatore, fecero una rigorosa perquisizione delle mie carte, alcune delle quali portarono seco. Le carte trasportate consistono in varie lettere indifferenti, o relative alla mia professione: nella copia di una mia orazione fatta per il ritorno del S. Padre annessa ad una supplica, in cui domandava all'E.mo Pacca il permesso di pubblicarla con le stampe insieme con una mia ritrattazione ragionata, ed un abbozzo informe di Notizie storiche de* fatti più singolari accaduti in Roma, e nello Stato romano, dopo l'epoca della prima rivoluzione Francese, e di aggiunte non ancor terminate, e portate appena fino all'avvenimento del secondo ritorno di Sua Santità in seguito allo scorso maggio, con la copia per quanto mi pare di un sonetto da me composto nell'occasione della ripristinazione della Compagnia di Gesù E innegabile che io avessi decisa volontà di pubblicare con le stampe l'orazione, e la ritrattazione, avendo richiesta l'autorizzazione negatami soltanto per malignità del sig. aw. to Reali, come pure è innegabile che altrettanto non può dirsi delle Notizie, e delle Aggiunte, le quali sono un mero abbozzo, non sono complete, non si sono pubblicate, e potrebbero da me correggersi, lacerarsi, brugìarsi, senza farne uso. Qualunque espressione adunque men cauta, o azzardata, la quale potesse contenersi nelle osservazioni e discussioni di diritto pubblico, politico, ecclesiastico, e forse anche erronee non formerebbe corpo di delitto punibile a forma di qualunque legislazione. Io rimango tuttavia sotto l'arresto in casa. Prego pertanto l'Emza Vra Rma a volerai degnare ordinare che l'arresto sia rimosso, e nulla venga innovato circa la mia persona senza che le carte (senza intendere di recar torto olla delicatezza e probità di Mons. Governatore, i suoi Ministri) siano esposte all'esame di V. E. medesima. Ella vedrà facilmente, che i trascorsi di penna contenuti in un semplice abbozzo, vengon più che bastevolmente