Rassegna storica del Risorgimento
LAMBERTI TOMMASO ; SAN LEO
anno
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1938
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1086
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1086 Domenico Spadoni
nel Forte S. Angelo come responsabile rutto di Fellonia e l'altro di complicità ed essa risolse che
il primo fosse tradotto nella fortezza di S. Leo a consumare il resto di stia vita colla più stretta proibizione di scrivere e di conferite con qualsiasi persona, che non fosse autorizzata dal Governo colle debite cautele. Ed il secondo dovesse ritenersi per un triennio nel Forte suddetto. Siccome poi era risultato d all'in ani sizio ne medesima che Pietro Busti da Perugia fosse in correlazione delittuosa col Lamberti, e riconoscendosi inoltre debitore di una lettera la più allarmante e sediziosa, così la stessa Congregazione aveva creduto che dovesse effettuarsi la di lui cattura, e proseguirsi il Processo a termini di giustizia.
Il Pro Governatore, nel comunicare il giorno stesso la risoluzione al Segretario di Stato, gli faceva inoltre presente
essere stato sentimento della medesima Congregazione d'implorare dalla Santità di Nostro Signore una caritatevole pensione alla famiglia del Lamberti, composta di dodici individui, che tutti da lui ripetevano la sussistenza e che vivevano nella miseria.
Mons. Sanseverino dichiaravasi dopo ciò in attesa della determinazione di Sua Eminenza per recarla ad effetto.
La risposta a mons. Pro Governatore di Roma in data 18 febbraio si limitò pel momento a significare:
Avendo il Card. Segretario di Stato riferito nell'udienza di ieri alla Santità di N. S. la risoluzione della Congregazione deputata all'esame della Causa dell'Aw. Tommaso Lamberti e Domenico Falasca, la Santità sua ha ordinato che abbia esecuzione quanto è stato risoluto dall'enunciata Congregazione tanto intorno al destino del Lamberti quanto del Falasca, come pure la misura da prendersi intorno al Busti di Perugia.
Però relativamente alla sussistenza della numerosa famiglia dell' infelice Avvocato, ridotta cosi sul lastrico e per cui aveva mostrato di preoccuparsi la stessa Congregazione speciale, ne verbum quidem. Sicché la povera moglie Maria dovè supplicare per un mensile assegno, e in seguito a ciò il S. Padre, in udienza del 2 marzo 1816, per tratto di sua singolare clemenza le concesse 30 scudi mensuali.
A questo punto il lettore, nel veder così terribile condanna eseguirsi senza remissione (e vedremo con quali pietose conseguenze) non saprà salvarsi da un senso di penosa meraviglia. Non essendo reperibile l'opera storicopolitica, caussa mali tanti, né tampoco il ristretto del processo informativo, ci manca la possibilità di vagliare in concreto la realtà e gravità della colpa attribuita all'incauto Lamberti. Però, come già abbiamo avuto ad osservare, provenendo il lavoro incriminato dia un avvocato ed ex magistrato sessagenario, il quale, quantunque dal fiscale mons. Barberi qualificato di temperamento caldo e intollerante e assai vulcanico e sanguigno , aveva però mostrato