Rassegna storica del Risorgimento

LAMBERTI TOMMASO ; SAN LEO
anno <1938>   pagina <1088>
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1088 Domenico Spadoni
Congregazione giudicante, bontà sua, non credette applicarle adliteram: all'autore dello scritto risparmiò la vita contentandosi della relegazione perpetua in S. Leo; più mite fu. ancora per il complice, il copista.
In appendice poi alla causa Lamberti il Pro Governatore di Roma, secondo gli ordini superiori, provvide all'arresto in Perugia e traduzione alle Carceri nuove di Pietro Busti, e ricevuti i suoi costituti e ultimato il processo ne inviava il Ristretto al card. Segretario di Stato perchè si degnasse determinare la marcia ulteriore della causa per il suo defini­tivo giudizio. Dal Ristretto processuale, che conservasi in atti, risulta che il Busti ne' costituti dopo aver sostenuto a lungo la negativa di qualunque corrispondenza con l'aw. Lamberti su materia politica, non aveva potuto ricusar di riconoscere per proprie le due sue lettere, sequestrate presso il Lamberti:
Contestategli pertanto tali risultanze egli si età espresso: Ora le dirò la verità. Il proclama di Murai pubblicato in quel tempo, e sparso per l'Italia coi pubblici fogli, era lusinghiero, e piacevole per l'ogetto dell'indipendenza Italiana, per la quale io avrei trasporto in vista del bene generale della Nazione. Questo mio trasporto non nasce da alcuna contrarietà contro il Governo pontificio quale io preferisco a qualunque altro dopo quello, che potesse esser sotto un Governo generale, se dell'Italia fosse fatta una Nazione intera, un solo Regno, poiché mi affliggerebbe, come sempre mi ha afflitto il pensiere, che il Dominio Pontificio, disgiunto dal totale corpo dell'Italia fosse sotto il Governo di qualnnque Potente ancorché italico, che non avesse però il dominio generale dell'Italia intera. Politicamente parlando mi è sembrato che questo sistema fosse il migliore per la tranquillità dell'Italia stessa, onde non esser esposta alle tante vicende alle quali è stata sogetta non meno negl'ultimi tempi, e assai più nei [tempi remoti, come dalla storia si apprende. Questo mio sentimento fa ridestato da quel Proclama, e senza allora riflettere, se l'effetto di ciò andava a spogliare indebitamente i diversi Regnanti sul snolo Italico, scrissi quelle lettere di compiacenza e di entusiasmo all'aw. Lamberti, con cui avevo antica amicizia in risposta di altre con le quali mi partecipava le notizie politiche. Protesto adunque, che io non ebbi allora, né ho avuto in appresso, né tuttora alcuna avversione al Governo Pontificio.
Fu forza pertanto di replicargli (si legge nel Ristretto processuale) che tale atten­tato era vieppiù- dimostrato dalla stessa manifestazione del suo animo; giacché non poteva, uè potrebbe aver luogo l'Italica indipendenza, e formarsi dell* Italia una sola Nazione, ed un sol Regno, senza che venisse spogliato del suo legittimo dominio in questo Stato il sovrano Pontefice, onde egli aggiunse che avrebbe Bramato fosse stato il Papa stesso il Sovrano di questa Nazione, e Regno se le sue forze fossero state capaci di questa impresa, per dimostrare che egli é contento del suo Governo. Ma che in quell'occasione ebbe in vista soltanto il bene universale degli Italiani per l'espresse ragioni, senza riflettere allo spoglio., che ne sarebbe derivato ad esso e agli altri Sovrani d" Italia.
La causa del Busti fu giudicata come per il Lamberti da una Congre­gazione speciale, ma di nuova nomina. La definizione tardò qualche mese per altre occupazioni dell'Avvocato de9 Poveri e fu sollecitata