Rassegna storica del Risorgimento
LAMBERTI TOMMASO ; SAN LEO
anno
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1938
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pagina
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1089
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Un patriota romano morto in S. Leo, ecc. 1089
dalle premure d'una contessa Catterina Oddi Baglioni. Finalmente l'I! luglio 1816 il Pro Governatore di Roma poteva informare il card. Consalvi che la Congregazione
aveva ravvisato nel tenore delle lettere del Busti una certa prava compiacenza, ed un riprovabile desiderio anziché uno scritto sedizioso, e soggetto alla censura penale del delitto di fellonia. Perciò aveva opinato ch'egli dovesse dimettersi, soggetto a rigorosa sorveglianza, con precetto de bene et honeste vivendo sotto pena della galera per anni cinque in caso di qualunque leggerissimo delitto.
La determinazione fu superiormente approvata.
Mentre così la sorte dell'Amico perugino risolvevasi benignamente, il povero aw. Lamberti, dietro ordine del 6 marzo alla Congregazione militare, aveva raggiunto il forte di S. Leo, dal quale purtroppo, come vedremo, egli non doveva più riuscir vivo. La documentazione assai lacunosa rimasta su di lui non ci ofire per quel tempo e per i tre mesi successivi notizia alcuna. Però, come apparirà da una sua posteriore lettera al card. Consalvi, il viaggio per il suo luogo di pena fu per lui una via crucis di cui paventava il ripetersi. Colà, almeno nel 1818, gli venivano somministrati 15 scudi mensili per gli alimenti. Il Comandante del Forte era un tenente Gandini di Macerata Feltria, tipo di burocratico, preoccupato di scausar fastidi e di mostrarsi zelante degli ordini superiori. Il 1 luglio 1816, inviando all'eccelsa Congregazione militare, come di prammatica, una lettera scritta dal Lamberti alla consorte, informava ch'egli
l'altra notte aveva avuto un piccolo assalto convulsivo. Nel rimanente stava bene, ed aveva ottima aspettativa {sic). Delicato all'estremo non sapeva sopportare l'asprezza di quel clima, e seguitava ad esternare del malcontento, perchè non gli si voleva da lui permettere la libertà di trattare gli esteri, e presidiar! ancora, per cui aveva grande smania e quasi stucchevole frenesia.
La Congregazione militare comunicava le carte ricevute del tenente Gandini al Segretario di Stato, che, con preghiera della risposta, le mandava al Fiscale mons. Barberi, del quale egli aveva la più cordiale stima, ricambiata all'occasione da quel burbero ma faceto uomo con deferenza, però non senza arguzie nelle stesse note agli atti, arguzie che ben vorremmo riferire se non fossero estranee al nostro assunto.
Quanto all'affare presente, significava mons. Barberi, credo debba rispondersi al Castellano di S. Leo, che prosiegua a regolarsi circa la custodia, e trattamento del Lamberti, come ha fatto sino ad ora specialmente riguardo alla comunicazione colli presi-diari e colli esteri. Gli si dica, che quest'Uomo è di sua natura caldo, ed intollerante, onde per quanto è possibile, e salvo sempre l'esattezza della di lui custodia, procuri di ammansirlo colle buone. Si dovrà poi rimettere a mons. Governatore di Roma l'annessa