Rassegna storica del Risorgimento

LAMBERTI TOMMASO ; SAN LEO
anno <1938>   pagina <1093>
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Un patriota romano morto in S. Leo, etìci 1093
che non avrebbe giammai, mentre il di lei consorte godeva ottima salute, e respirava un'aria delle più perfette, e salubri, la quale preser­vava in vita e faceva la felicità di tutti i Carcerati ed abitanti di quel paese. È verissimo, esser questo dominato assai da venti freddi ecces­sivi, e nevi altissime. Ma i freddi asciutti sono salubri e quando ewi la sussistenza per vivere vi si sta meglio che in qualunque altro clima . Invano la Lamberti era tornata a scrivere frattanto in data 10 agosto al suo Tommaso per procurar documenti pel suo trasferimento al forte S. Angelo, dato il terribile clima di S. Leo e le temute conseguenze letali nel prossimo inverno. Anche a proposito di questa lettera il Comandante del Forte, tornava co' superiori alle sue negative confer­mando lo stato di salute ottima del relegato.
Il Lamberti però, in data 23 agosto, credeva opportuno innalzar nuova supplica al card. Consalvi. In essa, alludendo evidentemente al recente motuproprio papale di riforma amministrativa, cominciava col far grandi elogi delle eminenti qualità del Segretario di Stato e della sua opera. In base poi ai motivi da lui già esposti e ai documenti che sareb­bero presentati dalla sua famiglia, tornava a chiedergli la grazia. Difatti la famiglia Lamberti in quel torno di tempo fece finalmente pervenire al card. Consalvi la supplica per cui s'era tanto venuta ado­perando la povera Maria. Il documento era redatto in modo abile e impressionante: veniva fatto presente che per essere il Lamberti epilet­tico, il clima freddo di S. Leo poteva convertire l'epilessia in apoplessia cangiando la perpetua detenzione in indiretta pena di morte. Era per­tanto invocato il trasferimento del detenuto nel Forte S. Angelo perchè egli respirasse l'aria nativa. La supplica era appoggiata agli attestati del medico condotto di S. Leo Giuseppe Bersanti, del medico curante M. Angelo Poggioli, pubblico professore di Medicina nell'Archigin­nasio romano della Sapienza, che parlava per il Lamberti di minaccia d'apoplessia e di paralessi; di Pietro Gasconi, medico del Forte S. An­gelo. Vi era anche unito un attestato dell'Arciprete della Plebale di S. Maria Assunta in S. Leo, al quale il detenuto s'era rivolto per la sua coscienza.
Di fronte a dette istanze e più ai documenti medici prodotti, questa volta anche il rigido mons. Barberi parve riscuotersi. Vecchi ricordi lo assalsero: anch'egH era stato un deportato... Annotò quindi in data 6 settembre 1816:
Credo ben verosimile che se il Lamberti continuerà ad esser custodito nel Forte di S. Leo nella stagione dell* Inverno, anelerà a soccombere per un'apoplessia. Lo dico sul fondamento della raggion naturale, che è superiore alla scienza medica, della