Rassegna storica del Risorgimento

LAMBERTI TOMMASO ; SAN LEO
anno <1938>   pagina <1095>
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Un patriota romano morto in S. Leo, ecc. 1095
Però il primo ad opporsi all'esaudimento della sua istanza fu il Comandante del Forte, che in data 23 settembre così in proposito significava:
U Lamberti, in vista di quanto la Moglie e Nuora l'hanno speranzato, dubitando d esser trasferito a Perugia, chiede la relegazione ampliata in S. Leo sotto intesa di rimaner in questa mia casa come dozzinante. Protesto che non potrei sorvegliarlo e impedire di trattare cogli esteri e cittadini. Ora ohe sta esso ristretto non posso salvarmi dalle continue istanze moleste di tanti e tanti, che bisognosi di consigli legali, vorrebbero sentirlo se non di persona, almeno in iscritto: l'uno e l'altro da me sempre a tutti negato. 0 consideri un poco cosa sarebbe se si trovasse qui libero! Sarebbero immense le nuove di lui clientele, le visite e di lui amiconi, ed egli di natura fervida ed altera non sapendo sopportare la condizione di relegato, mi darebbe continue taccie di soverchia pedanteria, se volessi e mi riuscisse tener dietro (cosa impossibile) ai divieti ed ordini coi quali è stato condannato... In esecuzione poi degli ordini che l'È. Y. con l'ossequiato dispaccio del 10 luglio p. p. m'ingiunse di trattare, ed ammansire esso Lamberti colle bnone, mi son dato e mi dò tanta pre­mura per obbedirlo che lo rileverà dall'indole stessa di questo esteso di lui foglio. Checche egli dica del clima di questa fortezza gode intanto il medesimo ottima salute e quest'aria sottilissima gli si conferisce assai, come senza accorgersi l'ha confessato alla propria consorte, usandogli io ogni maggiore attenzione, diligenza, e riguardo nel di lui trattamento, segnatamente a vitto, per cui non gli si fa mancar, sebbene in meschinissimo paese, la minima cosa. Motivo per cui in ipotesi d'una traslo­cazione ama egli piuttosto rimaner qui, che esser trasferito in qualche al tr'a ria più insalubre di questa.
Mons. Barberi, a sua volta indignato, così opinava:
La carità ha i suoi limiti, oltre i quali si offenderebbe la giustizia e l'esempio pubblico. Ha avuto sfogo per parte di V. E. la carità disponendo la traslocazione del­l'oratore dalla Fortezza di S. Leo a quella di Perugia. Se non si contenta rimanga nell'attuale situazione. Il permesso di esser in libertà con assegnargli il paese di S. Leo in luogo di carcere svisterebbe troppo e nella recenza della sua condanna, e nelle sue personali qualità o nell'universale sua diffamazione. E ciò che mi fa più specie, è che quest'Uomo anziché esser convertito, ed aver conosciuto il suo fallo, crede di aver fatta un'opera meritoria applicando a sé il testo di S. Paolo, cursum consumavi, fidem servavi. La lettera annessa finalmente del Comandante di S. Leo è riflessibile per non doversi prestar all' istanza.
In questi sensi veniva risposto. Ma già prima il card. Consalvi, rispondendo il 28 settembre alla supplica del Lamberti in data 23 agosto, gli aveva significato:
Prescindendo dagli elogi etc. che non conosco di meritarli mi limito ad annun­ziarle ohe non avendo io lasciato di render presenti a Nostro Signore le di lei preghiere, Sua Santità è benignamente condiscesa ad ordinare che Ella da codesta fortezza di S. Leo sia traslocato in quella di Perugia situata in clima più mite. Soddisfatto di poter dare questo favorevole riscontro etc