Rassegna storica del Risorgimento

LAMBERTI TOMMASO ; SAN LEO
anno <1938>   pagina <1104>
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Domenico Spadoni
Ecco due lettere responsive del povero Tommaso Lamberti ai figlio Filippo. l) In una del 12 marzo significava:
Giacché la disgrazia per quanto da tutte le circostanze io comprendo, e ben si rilevava dalla tua del 13 scorso esser inevitabile, ha tolto a me la Moglie, ed a te la Madre, oggetto della nostra scambievole tenerezza, ho risoluto accettare la grazia Sovrana del mio traslocamcnto al Forte di Perugia, lo rimarrei qui, ma molte circo­stanze noi vogliono. Scrivo adunque in questo corso all'Emo Segrct. di Stato onde dia all'effetto le opportune disposizioni. Ciò che ti accade scrivere lo scriverai a quella direzione ove diriggerai qualche soccorso, giacché ne ho necessità. Colà aspetto il dettaglio di tutto l'accaduto, e colà spero ancora vederti, ed abbracciarti giacché mi lusingo Dio volendo, morire in braccio de* figli. Ti abbraccio e ti benedico di core. Addio Tuo Padre. Saluta il Tutore ed il Compare Notaro...
Nell'altra lettera poi dal Forte di S. Leo, senza data, ma che deve aver fatto seguito alla precedente ed esser responsiva ad una di Filippo, datata 1 marzo, nel frattempo pervenutagli, il Relegato gli significava:
Caro figlio mio. Dunque il sagrificio della mia povera Moglie Madre tua è con­sumato ? Sia pur Benedetto Iddio. Va bene che i vostri interessi siano tutti rego­lati dall'amico Gerardi, il quale certamente non vi tradisce, come forse abbiam
siate certo che da Filippo riceverete tutti quei soccorsi e consolazioni da voi tanto presto non aspettate... Coraggio ambedue. State allegro più che potete giacché pare che al nascere l'oriente abbiati suscitare per me, e per voi nuove buone, e cessar gli abissi infernali, e le pene, e goderemo prestissimo gli ultimi giorni ambedue della nostra Brevissima vita. Vi chiedo la S. Benedizione e sono immutabilmente etc. Che cosa voleva intendere il figlio Filippo in questa lettera alquanto spropositata, con l'espres­sioni relative aU' oriente ? Erau frasi di semplice incoraggiamento, oppure allusioni a segrete speranze settarie ? In altra del 5 marzo egli scriveva al padre: Mi rincresce non poco sentire il vostro male, e vedere i caratteri alquanto alterati; conviene però tran­quillizzarsi, e mutar clima, giacché non veggo lontana la vostra liberazione, operando io stesso per la medesima. In altra mia scritta il 1 marzo vi ho notificato bastantemente il tutto successo; si ripara quindi alti dissesti della casa con il maggior sparambio (sic), e siate certo che sarete aiutato da me quanto potrò, perchè è mio dovere... Basta che senta esser Voi più tranquillo. Alle disgrazie fa duopo rassegnarsi ai voleri dell' Ente supremo, e inclinare la testa. È salva la libreria, il letto e alcuno biancherie; vi sono dei debiti* ma si pagaranno. Siate tranquillo. Scegliete il Forte di Perugia; giacché poco ivi dimorerete. Vi bagio di cuore teneramente e vi chiedo la S. Benedizione . In calce alla lettera Giuseppe Gerardi aggiungeva di suo pugno: La vostra rassegna­zione alle disposizioni dell' Ente supremo dimostra chiaramente i vostri sentimenti di vero Cattolico, e di Uomo onesto rivestito di quel singoiar talento già noto. Tale carattere vi deve tener lontano dall'afflizione, la quale niun bene può produrre a Voi, molti mali alla povera vostra Famiglia. Intorno a vostri interessi, ed altro, a sufficienza ha scritto Filippo. Amatemi e credetemi. Amico vero
i) Queste lettere, unitamente alla terza seguente, inviate dal Comandante di S. Leo alla Pontificia Congregazione militare, da mons. Bernetti, allora capo d'essa, furon trasmesse con accompagnatoria del 22 marzo 1817 a mons. Pro Governatore di Roma perchè decidesse secondo il consueto se dovessero andare al loro destino; nell'oc­casione gli comunicava le copie conformi (fatte dal Comandante Gandini) di 4 lettere al detto Lamberti da altre persone e che sono quelle de* due figli Filippo e Pietro.