Rassegna storica del Risorgimento

LAMBERTI TOMMASO ; SAN LEO
anno <1938>   pagina <1106>
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1106 Domenico Spadoni
sarebbe potata trasportare da Roma colà. E il Relegato significava anche a lui da S. Leo in data 13 marzo:
Mio buon figlio. Finalmente ho risoluto di accettare la mia traslazione a codesto Forte accordatami benignamente, come mi partecipò l'Emo Consalvi con lettere de1 28 settembre e 29 ottobre 1816, e nell'ultima de* 4 gennaio 1817 rimaner sempre a me Ubero l'arbitrio di profittarne. Confesso essere stato finora un pazzo solenne, ma al fatto non v' è rimedio. Scrivo in questo corso a Suo Em. Rma onde si degni abbassare gli ordini per la mia traslazione. Lo scrivo al mio buon Filippo in Roma, e ne prevengo ancor te, che desidero riabbracciare colla buona Firminia, e bagiare insieme con te il caro mio Luigino... Mi lusingo che gli ordini verranno sollecitamente e sollecita sarà la mia venuta, della quale ti avviserò più precisamente. Non ti scor­dare di suffragare colle orazioni le anime della tua povera Madre, e Sorella. Prega anche per me. Bagio, e benedico tutti di cuore. Addio. II tuo Padre.
Come dunq ae risulta da queste lettere l'infelice Lamberti,in seguito alla morte della sua Maria e con l'esortazione dei figli, avea finito per accettare e per chiedere il suo trasferimento dal forte di S. Leo a quello di Perugia. Ma par certo ch'egli poi in fatto non si mosse da S. Leo.
Che cosa mai tolse all'infelice di passare al forte di Perugia? Mistero. Purtroppo intorno a. ciò non abbiamo documenti negli atti dell'Archivio vaticano di Segreteria di Stato quantunque nel relativo Protocollo, fra l'altro, risulti sotto il n. 5514 che la Congregazione militare in data 16 aprile 1817 trasmettesse una lettera del Lam­berti per Sua Eminenza, lettera che fu passata, con tutta la posi­zione, a mons. Barberi. Dal Protocollo appare altresì che nel 19 marzo di quell'anno la detta Congregazione trasmettesse alla Segreteria di Stato ricorsi contro il Comandante del Forte Gandini da parte del relegato di Stato Benedetto Luigi Procida, sedicente barone di San Giuseppe,1) e da parte del Lamberti. Questi ricorsi ebbero, a quanto si rileva, uno strascico. Il cap. Gandini cominciò col prevenire Sua Eminenza contro la cabale delli detenuti per aver un Comandante di lor piacere. Poi nel dicembre riscrisse facendo l'apologia della propria condotta e dolendosi del sottotenente Gandolfi che s'era fatto protettore dei tre rei di Stato e dei detenuti . Per il che nel 3 gennaio 1818 l'intera posizione fu inviata alla Congregazione militare acciò verificasse. Ne seguì un processo contro il Coman­dante che nel marzo ne chiedeva copia domandando nel contempo il trasferimento ad altri forti dei tre rei di Stato, fra cui il Lam­berti. Fu fatto esame estragiudiziale a carico del Gandini da un
J) Vedi su di lui D. SPADONI, II sogno unitario e wihoniano d'un patriota nel 1814-15, in Rassegna storica del Risorgimento,, 1926.