Rassegna storica del Risorgimento

PIVA DOMENICO ; GARIBALDINI
anno <1917>   pagina <111>
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Un volonhaHo garibaldino HI
Così in guerra; cosi in pace; come gli antichi cittadini dei bei tempi di Atene, di Sparta e di Roma, compi sempre il suo dovere, senza millanterie, senza orgoglio.senza umiliazioni, rivelandosi ;soI-dato di non comuni qualità, e, come aveva avuto lode dal Garibaldi e dal Bixio, l'ebbe dal Casanova, dal Gosenz, dal Pianella stimati generali dell'esercito nazionale. Un nostro grande poeta gli scriveva : Voi, une?"dei più prodi delle leggendarie battaglie della nostra rivo­luzione, avete diritto al rispetto e alla devozione di tutti gl'italiani, e avete da un pezzo la mia, Io bo chiamato vile la palila, la quale lascia che una manata, ;eatìagpe: strutti l'opera dei nostri eroi del '49 e del '60 >ft Pure Vittorio Emanuele II, a Torino, dove Dome­nico Piva fu di stanza, circondò di viva affezione e di particolari riguardi il soldato della rivoluzione, e lo ebbe spesso gradito ospite alla sua mensa, JS
Nei 1874, comandante del presidio di Civitavecchia, nelle cui acque, a difesa del Papa, la Francia mantenev a una vecchia corvetta in legno, l'OreMogwe, accanto al glorioso avviso da guerra italiano, V Esploratore, un superstite di Lissa, comandato dal patriota bresciano Ghinea, Domenico Piva si trovò un bel giorno in armi, alla testa di tutta la guarnigione, a tutela dell'ordine pubblico per l'arrivo di Giuseppe Garibaldi. Quale sorpresa gli preparava la sorte!
Quell'anno fu, per l'Italia, un anno di passione. Apertosi col giubileo reale, si protrasse fra una serie di gravi avvenimenti di vivaci battaglie parlamentari, di agitazioni poli lidie, come i provve­dimenti di finanza, escogitati da Quintino Sella, e ripresentati da Marco Minghetti ; lo scioglimento della Camera dei deputati e la con­vocazione dei comizi elettorali; gli arresti di Villa Buffi; le elezioni politiche.
In un giorno di queiFan.no di viva agitazione dello spirito pub­blico in quasi ogni contrada d'Italia, (Riseppe Garibaldi, diretto a Roma, sostava, per alcune ore; a Civitavecclifa.
Chi solvei allora fanciullo, ricorda l'ombra di mestizia, calata sul volto, deli padrftfe aralil per la tutela dell'ordine pubblico, che credevasi minacciato dalla presenza di Giuseppe Garibaldi. Comprese il Grande, con la squisita sensibilità dei buoni, il sacrificio dell'an­tico compagno, messo a dura prova dalla disciplina, e volle temperarne il dolore, invitando i due maggiori figliuoli di lui alla sua presènza.
t Gigstffi QAXDVSX, JMw M giugno 1878, conservata fra lo catte di D. Piva.