Rassegna storica del Risorgimento
LUCIANI LUCIANO
anno
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1938
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pagina
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1111
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Lettere e documenti di Luciano Luciani 1111
e decisi, madri che dopo tanti secoli di sonnolenza si risvegliarono romane e pur paventando le 6orti dei loro nati li spinsero arditamente alla pugna. Ne spira un soffio di quell'aria fascista, ossigenata, che oggi aspiriamo a pieni polmoni ed esse provano una volta di più che nelle stirpi eroiche il presente si ricongiunge necessariamente al passato.
La corrispondenza mostra anche l'incertezza del Governo toscano in quel periodo; spiega dopo la fuga ingiustificata del Granduca a Gaeta il distacco della gioventù dal sovrano fedifrago invocatore degli austriaci e l'affiliazione alla Giovine Italia, finché non si fuse nella Società Nazionale aggregandosi alla diplomazia di Cavour ed operando il miracoloso riscatto.
Luciano Luciani, seguendo Carlo Fenzi, Antonio Mordini, Atto Vannueci e tanti altri coetanei fu di quei repubblicani toscani che dovevano poi cangiarsi nei più calorosi assertori di Re Vittorio Emanuele II.
Tra i più ardenti anche nella rivoluzione del XXVII aprile 1859, il Luciani ebbe a narrarmi come nel 26 aprile egli fosse fermato dalla polizia granducale e portato in guardina con la dichiarazione degli stessi sbirri che l'arrestarono che sarebbe stata una detenzione di poche ore e che avrebbe avuto la libertà il di successivo. Deputato al Parlamento per la città di Firenze per quattro legislature egli fu uno dei fedeli di Francesco Crispi ed uno dei fondatori della Dante Alighieri. Fu Presidente del Collegio dei Procuratori di Firenze e dei Reduci delle Patrie Battaglie ed a proposito delle benemerenze ohe seppe conquistarsi come deputato, una comunicazione fatta da Oreste Poggiolini alla Società Colombaria di Firenze il 24 aprile 1938 m'indica che fu proprio lui a presentare al Parlamento il 29 maggio 1884, anche a nome di altri colleghi, un ordine del giorno invocando i provvedimenti reclamati dal primo congresso tenuto in Firenze per l'educazione e l'istruzione gratuita ed obbligatoria dei ciechi. Li attesa che la comunicazione interessantissima venga pubblicata sulla rivista Argo, edita per cura della Unione Italiana dei ciechi, credo utile far rilevare che per quanto il ministro Coppino avesse promesso di prendere provvedimenti in proposito, nulla aveva fatto, perchè nota giustamente il Poggiolini le promesse che partivano allora dai ministri avevano il medesimo valore che se fossero state date dal guardaportone di Montecitorio. Sicché il deputato Luciani, anche a nome di altri colleghi, presentò un ordine del giorno il 19 giugno 1885 e lo svolse cosi concepito: La Camera sollecita la presentazione di provvedimenti legislativi che rendano applicabili anche ai ciechi e ai sordomuti i benefici della istruzione obbligatoria . Ma ci