Rassegna storica del Risorgimento
LUCIANI LUCIANO
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1938
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Mario Puccioni e Guido Cali nini
vollero solamente altri trentotto anni perchè il provvedimento legislativo allora domandato divenisse cosa concreta, e ci vollero i pieni poteri affidati al governo di Benito Mussolini. Il che non toglie che il Luciani possa chiamarsi un pioniere dei provvedimenti dovuti alla classe dei ciechi.
La rievocazione di questo patriota dimenticato è doverosa valuta-sione delle sue benemerenze.
MARIO Pucaora
H A - PROTESTA DEGLI STUDENTI PISANI
1847. - IL PRINCIPIO DEI PRINCIPI
È questo il titolo apposto da Luciani Luciani all'incartamento riguardante l'anno 1847 che contiene una protesta degli studenti di Pisa, un opuscolo di versi stampati in Pisa per l'anniversario dell'innalzamento al Pontificato di Pio il Grande ed il testo originale di due proclami emanati, da Leopoldo II, Principe Imperiale d'Austria e Granduca di Toscana. I proclami riguardano la forma di Governo rappresentativo, le assemblee e varie disposizioni di ordine interno.
Questo proclama, in data 15 febbraio 1848, fu bollato da Luciano Luciani (a penna sotto il nome di Leopoldo II) dell'appellativo di falso giuramento . L'altro proclama,in data 6 maggio 1852, abolisce lo Statuto promulgatoli 15 febbraio 1848 ed il nome di Leopoldo II è anche in esso seguito dall'aggettivo sdegnoso del volontario di Cintatone: lo spergiuro.
Signor Direttore
Non potendo caderci nell'animo che i suoi sentimenti non siano perfettamente d'accordo con questi nostri la preghiamo di voler dar luogo nel suo Giornale alla seguente
PROTESTA
È sparsa in alcune città di Toscana, e specialmente in Livorno, la falsa opinione che il prof. Silvestro Centofanti *) di sua potente parola faccia istrumento ad agitazioni nel popolo di questa citta e negli Studenti onde siano spinti a dimostrazioni, che si dicono tumulti, e che quindi si tragga norma e incitamento da altri a sovversione del pubblico ordine. Di più si ha per certo partire tali inBmuazioni da quelle classi che per hi loro influenza e per l'esempio di cui sono debitrici a classi meno illuminate dovrebbero essere abbastanza assennate pcruon trascendere in calunnie, confondendo la santa parola dei Vero e del Ginato parlata dal nostro bone amato Professore la quale trova eco in quanti giovani cuori si soUeVano con lui al sentimento doi propri diritti confondendola, noi diciamo, coi proclami incendiarli di energumeni rivoluzionari, agitatori di moltitudini e turbatori di città. La Scolaresca intiera, adunque, a costo
1) Senatore di Toscana e poi del Regino d'Italia.