Rassegna storica del Risorgimento
LUCIANI LUCIANO
anno
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1938
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pagina
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1119
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Lettere e documenti di Luciano Luciani 1119
riconoscendo nei vostri accenti generosi ed umani gli accenti stessi del figlio vostro e duplicandosi co i in me quella tenera affezione che mi lega al vostro Luciano come ad un secondo mio figlio.
Io pure son padre ed amantissimo Padre, né so mirare nell'avvenire se non pegli occhi del mio Guglielmo: io pure ho visto quest'unico mio figlio dipartirsi da me per accorrere alla santa guerra pieno di giovanile entusiasmo e di speranze e mentre una lagrima mi scendeva dagli occhi lo accompagnava il sorriso del cuore e la benedizione di un Padre. Io pure, siccome voi* faccio voti ad ogni istante caldissimi per la liberazione d'Italia dai barbari e col cuore palpitante auguro a mio figlio la sorte di pugnare vittoriosamente per la Patria comune, e di tornare fra breve raggiante di gloria fra le braccia paterne, superbo di aver posto pur esso una pietra al grande edilìzio dell'Indipendenza Italiana.
Io precorro già col pensiero a questo momento fortunato in cui mi sarà dato di riabbracciare il mio ed il vostro figlio àtteri ambedue di un alloro ben meritato.
Volesse il Cielo che in quel momento potessi abbracciare anche voi che come fratello dividete or meco gli stessi timori, le stesse speranze, le stesse affezioni. Allora vedrei compiuti tutti i miei voti e la mia riconoscenza verso l'Altissimo sarebbe immensa come pura ed immensa sarebbe la gioia del
Vostro Affezionatissimo Reggio, 10 maggio 1848. C Arno.
VII.
Motteggiana, 12 maggio 1848. Carissimo Padre,
Le scrivo da Motteggiana dove ieri sera arrivammo. Siamo dinanzi a Borgo-forte, ma la nostra posizione non è ancora assicurata. Noi siamo qui soli, senza nessuno. Ci avevano detto che in questo paese ci aspettavano e volontari e linea, ma nulla di tutto ciò; non vi è nessuno. La nostra posizione è tanto più falsa in quanto che non sappiamo se il nostro corpo è stato del tutto sacrificato e tradito o no. II fatto si è che se questa posizione la difendessimo con altre truppe sarebbe onorifico ed importante, ma soli come noi siamo è uno scherzo che ci fanno e un insulto. Noi aspettiamo ancora; se ci han tradito o no gli ordini che verranno ce lo diranno e nel caso che noi fossimo stati del tutto sacrificati, allora ci discioglieremmo come ieri le dissi.
A buon conto la prego volermi mandare quei fogli di cui jeri le facevo cenno. Cioè 0 mio passaporto e le lettere di raccomandazione, il suo permesso formale vidimato dal Gonfaloniere. Il passaporto e le lettere per Venezia pel caso che coi Toscani non vi fosse modo di andare; il suo permesso formale pel caso ohe andassi coi Toscani, ciò che sarebbe molto meglio.
Notizie non le posso dare perchè da quattro o cinque giorni in qua non so più nulla.
Né le camicie* né i danari, né il cappuccio, né il polite mi sono giunti: solamente il Maggiore mi ha dato L. 20.
La sua Benedizione. Un bacio a Mamma ed ai fratelli.
Suo aff.ino figlio Luciano Luciani.