Rassegna storica del Risorgimento

anno <1938>   pagina <1147>
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Figure ignorate: Gaetano Steff ani di Sassuolo 1147
FIGURE IGNORATE: GAETANO STEFFANI DI SASSUOLO
Nessuno mai ha fatto cenno di Gaetano Steffani ed egli è rimasto del tutto dimenticato.
Ne ho tratto notizia da una vecchia cronaca manoscritta lasciata da un appas­sionato raccoglitore di memorie sassolcsi: Luigi Cavoli, che, partito in ancor tenera età dalla natia Pinzolo di Val Rendena nel Trentino, in compagnia del padre, modesto arrotino, capitò a Sassuolo dove ebbe la fortuna di trovare aiuti in due benefattori: don Francesco Corona e il conte d'Espagnac, oriundo di Parigi, nuovo proprietario del magnifico ex Palazzo Ducale; e dove così potè istruirsi, formar casa e divenire segretario dell'Arciconfraternita del SS. Crocefisso tenuta colà in molto onore.
1* interessante manoscritto infatti, la cui conoscenza debbo alla cortesia del parroco can. D. Zelindo Pellati, è posseduto dalla prefata Confraternita.
Il Cavoli narra che Gaetano Steffani di Sassuolo da ragazzo fu assai dissipato, ma che passato poi a Modena nel 1828, nell'intendimento di apprendervi un mestiere, si applicò a quello di falegname in cui riuscì bene. Avvenne però e qui cediamo la parola al cronista - che fu complicato nei moti rivoluzionari del 1831 e venne imprigionato e trattenuto in carcere per ben cinque anni. Ivi riusci di ottenere di poter lavorare: si applicò anche ad apprendere l'arte del fabbro ferraio e vi riuscì a meraviglia. Lasciato in libertà dopo d'avere scontato la pena a cui da Statario Tri­bunale era stato condannato, restituissi in patria ove, mercè le cure, protezione e premure del signor capitano Vincenzo Lotti, trovò lavoro.
Dopo di che il Cavoli descrive l'abilità dello Steffani nel lavorare il ferro e ricorda specialmente una vettura, divenuta celebre nel suo tempo, da lui costruita su disegno dell' ingegnere di Corte Giovanni Lotti, che fu esposta nell'Accademia Albertina, e nella Triennale di Belle Arti in Modena, e di cui furono mandati disegni anche in Francia.
Il bravo artefice tenne un'officina di fabbro e di falegname in Sassuolo donde uscirono vetture, serrande non mai vedute e macchine di nuova invenzione per attingere acqua dai pozzi.
Il profilo biografico è conchiuso infine con altri particolari: condusse in moglie una bellissima ed onesta giovine con la quale vive anche tuttodì (a 30 novembre 1856) in perfetta armonia e buon accordo; è dotato di eccellenti qualità d'animo; sente molto la riconoscenza verso il suo benefattore Vincenzo Lotti; è generoso; non ha mancato di soccorrere ed aiutare l'amico suo Ciro Zironi, al quale è legato da amicizia fraterna; ed appartiene all'Arciconfratenuta del SS. Crocefisso.
La figura dello Steffani adunque, come risulta dalla testimonianza su citata, è da inserirsi nel gruppo glorioso dei patrioti modenesi del 1831, e sarebbe quindi oppor­tuno ora che ne bo additato il nome obliato che venisse illuminata la parte da lui presa in quelle vicende. E a tale indagine mi auguro ohe voglia dedicarsi qualcuno degli studiosi modenesi della Storia del Risorgimento.