Rassegna storica del Risorgimento
HALTER FRANCESCO ; FORL?
anno
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1938
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OUverotto Fabretti
e melanconici!e melodie. Seguiva un distaccamento di granatieri coi fucili rovesciati e coi tamburi coperti di panno nero. Precedevano il feretro varie religiose famiglie, e buon numero di sacerdoti con torcie . La cassa mortuaria era portata da quattro sergenti maggiori. Ai lati di essa si leggevano varie iscrizioni relative all'estinto. Sulla medesima si vedeva l'uniforme appartenente all'estinto, fregiata al petto della decorazione di S. Gregorio Magno . Dietro il feretro venivano il Colonnello, lo Stato Maggiore e molti altri ufficiali, tutti col segnale di lutto al braccio sinistro . Un altro distaccamento di granatieri e numeroso popolo chiudevano il corteo* Ricorda il Calletti che la vedova del tenente colonnello Haltor, la quale si chiamava, secondo l'atto di morte del marito, Maria Giuseppa, sino a che rimase a Forlì soleva recarsi ogni mattina nella chiesa dei Cappuccini a pregare sulla tomba del consorte.
m.
L'uccisore del tenente colonnello Hai ter rimase sconosciuto, quantunque venissero praticate (avvertono i Cronisti) tutte le possibili indagini per identificarlo. Sulla causa del delitto solo il Calletti dice qualche cosa. Il Cronista ci informa che due ipotesi corsero allora per la città. Alcuni erano d'opinione che il mandante fosse stato un ufficiale di stato maggiore, residente a Firenze, invidioso del grado, che all'Hai ter era stato conferito e per diritto di anzianità . Altri invece ritenevano che il tenente colonnello fosse caduto per vendetta dei Cesenati. Scrive, a tale ultimo proposito, lo stesso Calletti. A Cesena, un tenente degli Svizzeri, recatosi sul piazzale di S. Francesco (oggi Piazza Bufalini) con un forte drappello di soldati, per acchetare alcune contese insorte tra paesani e paesani, ordinò sopra di loro, senza essere m inimamente provocato, una scarica di fucilate, in seguito alla quale due cittadini morirono all'istante, ed altri rimasero feriti, di cui tre mortalmente. Qnesto tragico avvenimento inaspri gli animi dei Cesenati a tal segno, che il predetto ufficiale avrebbe certamente perduto la vita, se a tempo non si fosse posto in salvo, riparando a Forlì. Qui giunto, egli raccontò all'Hai ter quanto gli era accaduto. Il tenente colonnello Io colmò di lodi: delle quali (conclude il Cronista) venuti a cognizione i Cesenati, fu presunto che per mandato di essi l'Hai ter venisse ucciso. Il fatto ricordato dal Calletti ebbe luogo la sera del 14 luglio, cioè cinque giorni prima che l'Hai ter fosse colpito a morte. Quale di queste due ipotesi sulla causa del delitto è da preferirsi ? Probabilmente, sono da respingere ambedue. Un nobile forlivese, che per più ragioni è in grado di essere bene informato, mi assicura che l'Haltcr fu ucciso per errore, cioè per scambio di persona: il sicario doveva colpire il colonnello degli Svizzeri, Remy.
IV.
L'uccisione del tenente colonnello Haltcr dispiacque (dice il Calletti) ai Forlivesi, e non solo perchè durante la sua lunga permanenza a Forlì quell'ufficiale si era mostrato sempre correttissimo, prudente e caritatevole, ma anche e soprattutto per il timore che tristi conseguenze potessero da quell'assassino derivare alla città. Ed infatti* il comandante del secondo reggimento svizzero, colonnello Remy.