Rassegna storica del Risorgimento

HALTER FRANCESCO ; FORL?
anno <1938>   pagina <1155>
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LIBRI E PERIODICI
GIUSEPPE ARBAU, Napoleone IT; Milano, Ceschina, 1937, in 16, pp. 355. L. 15.
Dopo un esame accurato delle molte opere pubblicate sul Duca di Reichstadt e la consultazione di numerosi documenti dell'arcLivio di Stato a Vienna e di quello del Ministero dell* Interno, FArdau ci presenta uno studio coscienzioso e il più possi­bile esauriente stilla vita e sul carattere dell'infelice giovinetto, la cui esistenza singo­lare e appassionata avvinse di viva commozione poeti, romanzieri, drammaturghi. Ma per quanto la figura del Re di Roma e le sue vicende non possano realmente non esercitare un fascino irresistibile, FA. si propone di conservare, nella sua biografia, la più serena obiettività. La narrazione, molto estesa, prende le mosse dalla separa­zione di Napoleone da Giuseppina Beauharnais e dal conseguente matrimonio con Maria Luigia d'Austria, di cui FArdau studia con acume l'anima complessa ed enigma­tica, seguendola nel suo evolversi) dalla rigida educazione familiare, mirante a com­primerne ogni tendenza naturale, fino all'esplodere di una passionalità sfrenata, con la quale si possono, se non giustificare, spiegare molti atteggiamenti spirituali di que­sta strana creatura e molti atti della sua vita. La nascita del Re di Roma, quando Napoleone era ancora padrone dell'opinione pubblica in Francia, fu salutata con esplosione di giubilo da tutta la nazione e l'alba del presnnto erede al trono fu rischia­rata dalla luce di gloria, che ancora aureolava la fronte dell'illustre genitore. Commo­venti le pagine che descrivono l'attaccamento di Napoleone, contrastante con la scarsa espansività della madre, per il piccolo, che, fin dalla più tenera infanzia, nella sua precocità intellettuale, si sentiva figlio di un dominatore, ed accogliendo come dovuti gli omaggi della folla, aveva quasi la vaga aspirazione di continuare quella grandezza. Sentimento che, sviluppatosi cogli anni e attraverso le tragiche vicende della sua vita, si risolse in quel tormento angoscioso, quando alla corte di Vienna, tenuto lontano dai parenti paterni, stretto da un cerchio di vigilanza attenta e poli­ziesca, si cercava di spegnere in lui ogni lontano ricordo del passato, che egli custodiva gelosamente nel cuore, con un'educazione tendente a farne un perfetto suddito au­striaco. Ben tratteggiate sono le figure delle istitutrici e dei precettori del Re di Roma e gentilmente profilata, sebbene di scorcio, quella dell'ava Letizia, che, vecchia e cieca a Roma, oppressa da tanti dolori, pur sognava di poter riabbracciare un giorno il nipote lontano, che aveva visto nascere, che aveva tenuto a battesimo e sul quale si erari fondate le più promettenti speranze. Sull'educazione del giovane vegliava molto oculatamente il Metternich, il quale sembrava riversasse sul figlio l'odio che già aveva nutrito contro Napoleone.
In giusta evidenza è messa dall'Ardau l'abile politica del ministro, di fronte alla quale contrasta l'atteggiamento dell'imperatore, che, amando sinceramente il figlio di sua figlia, cercò di renderne meno triste l'esistenza.
Cosi come FA. sfata la leggenda dell'eccessiva severità di Francesco I nei rap­porti col nipote, ci pone in guardia anche intorno ai racconti dei pretesi amori del duca di Reichstadt, nei quali poeti e romanzieri hanno trovato più volte ispirazione. E prodente è pure l'accenno ch'egli fa ai legami aifettuosi tra Napoleone II e l'arci­duchessa Sofia, la conforta trice ammirevole di lui, l'amorosa infermiera nei giorni penosi trascorsi sotto gli assalti del malo inesorabile, che fini per troncare quella tor­mentata giovinezza. Infermiera amorosa, che sostituì presso di lui Maria Luigia, giunta al capezzale del figlio tanto tardi, quando ogni aiuto e ogni conforto sarebbero stati ormai vani. Intorno alla fine del duca, FA. respìnge l'accusa formulata da alcuni storici ch'egli sia stato ucciso dal Metternich, o, per lo meno, la ritiene esagerata.