Rassegna storica del Risorgimento

CASTROMEDIANO (DI) SIGISMONDO
anno <1938>   pagina <1224>
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1224 Giuseppe de Matteis
Egli volle essere lo storico dei suoi compagni di pena, il testimone di una causa che per volger di tempo e di eventi non doveva apparire né sbagliata né sminuita; sul principio pensò di colorire un ampio quadro storico dei suoi tempi, poi scarseggiando la preparazione e la lena, ridusse nei limiti delle cose vissute la sua fatica.2) Se non il quadro, egli in buona coscienza afferma di fornire la tavolozza (con altra figura, anch'essa approssimativa, oggi diremmo le fonti). Con questo criterio bisogna dunque considerarlo.
Si ripresenta la questione del tempo: egli scrìsse e riscrisse molti anni dopo la liberazione. Impressioni genuine? o reazione di anime doppiamente offese, e dalla stoltezza borbonica, e dall'ignavia della terza Italia? La tavolozza appare adoprata, per ragion di tempo, un po' a luce voluta. Certo, più di quel suo capostipite detto volgarmente il gigante, egli è un gigante del carattere: nelle elezioni del 1865, caduto insieme coi consorti, era già un uomo politicamente finito; visse altri trent'anni, e non mutò aspetto. I colori forniti dalle Memorie sono quelli della tradizione; di suo c'è un'ammirabile fermezza politica, l'assenza di qualsiasi crisi. Se dall' ermo colle dello Spielberg l'Italia non si vede più, dai bagni di Procida, di Montefusco e di Monte-sarchio, come dagli ergastoli, l'Italia si vede anche più che non dica lo stesso Castromediano. L'incontro col Poerio, l'aver passato insieme con lui quasi tutti gli anni della galera, la corrispondenza coi patrioti 2) e con altre galere politiche, dovettero assicurargli quell'orientamento verso il Piemonte, quell'esplicazione unitaria del principio liberale, che nei pochi chiaroveggenti'si operò consapevolmente, nei più indi­stintamente. Di questo neppure un accenno nei suoi scritti; ma è evidente che la stima, la devozione e la quasi tenerezza onde si legò
*) Memorie, p. 9 scgg.
2) Dice il Castromediano, voi. II, p. 38 e ripetono A. V. DEL GIUDICE, I fratelli Poerio, e A. OMODEO, Figure e passioni del risorgimento, che il memorandum murut-tista e la risposta del Poerio che finiva con le fatidiche parole la nostra stella polare sia sempre e solo il Piemonte, furono le sole carte entrate ed uscite segretamente dai bagni di Montefusco e Montesarchio durante tutti gli anni che vi stettero il Poerio e gli altri politici. Oso dubitarne; e se.m'inganno, bisogna ammettere che di proposito deliberato essi si astenessero dalla corrispondenza segreta che da tutti i bagni ed erga­stoli borbonici solevano tenere i condannati politici. Olir. P. PÀLUMBO, Risorgimento Sai., pp. 606-611; MARCIANO, Antonietta de Pace, Napoli, 1901; si vedano soprattutto le amplissime testimonianze del SETTEMBRINI, Ricordanze* e di CARLO T>E ANGELIS, Memorie pubblicate a cura di M. MAZZIOTTI, Roma, 1908. Nelle Memorie lo stesso Castromediano narra che stando nel bagno di Procida trascrisse e spedì ai suoi, in plico aperto, a Lecce, le lettere del Gladstonc tradotte; e non dice, ma è accertato, che scrisse, sempre nel carcere, il Diario recentemente edito, ed altri lavori.