Rassegna storica del Risorgimento

CASTROMEDIANO (DI) SIGISMONDO
anno <1938>   pagina <1228>
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1228 Giuseppe de Matteis
mezzo secolo dopo l'arresto, credeva ancora che il Governo borbonico usasse mettere insieme ad arte, nei processi e negli ergastoli, patrioti integerrimi e schiuma di canaglia, per insozzare quelli, e che in più luoghi delle Memorie manifesta l'orrore *) della concaptività con la camorra, che dava brividi al disfacimento dell'anima, non rammentava che nell'abbandono in cui poi nel 1860 giacque la dinastia, anche la camorra ebbe la sua parte, conclamando, sia pure arrogantemente, di essere stata compagna dei martiri, ed atteggiandosi a corpo politico e poliziesco. Troppo romantica è la tavolozza, e molti toni dovrebbero essere sfumati, molte ombre schiarite. L'ingenuità dello storico riceve dall'esperienza liberale una lezione durissima; e sembra che gli giovi, inducendolo ad annotare amaramente le delusioni che si susseguono ammucchiandosi le une sulle altre: le ingiustizie della rivoluzione vincitrice, che lascia morir di fame Panfilo Serafini, e addivien la cuccagna degli immeritevoli, dei facinorosi, dei furfanti, degli intrusi, delle spie ;s) raffronti eloquenti, come quello dei liberali di Montefusco, che timidi, innanzi al pericolo, dopo diventano smargiassi; 3) i più ribaldi eran quelli che miravano a confermarsi borbonici per coprire qual­che pecca di liberalismo, della quale erano accusati. Erano i peggiori uomini di allora, come oggi i retrìvi cangiacasacca ;4) le calunnie e le minacci e a cui fu fatto segno 5) dopo il suo ritorno in patria; i giovani ignari, che riguardano come consueti i giorni che godono; continui riferimenti al presente, che par debbano ristabilire l'equilibrio morale e politico, elevando il giudizio nella superiore visione della storia, e deter­gendolo dall'aer negro della bolgia: ma è una parvenza. In realtà egli avvicina brutture vecchie e nuove, e in reazione a queste, non è più indulgente con quelle, ma le ritrae con animo immutato, se non rincrudito, per meglio motivare l'esigenza, già scontata, d'un avvenire migliore, e l'accusa contro il presente, che non somiglia all'avvenire auspicato.6)
1) In qualche punto è commosso dalle testimonianze di affetto e di riverenza che i camorristi gli porgono, ma non esco dal luogo comune che la sventura affratella gli uomini. Cfr. E. MARTINENCO, op. cit., p. 320.
2) Memorie* voi. II, p. 343.
8) Ivi, p. 5. Cfr. anche voi. I, p, 80; e voi. II, p. 22, Cintrillo e per contrap­posto, p. 23, il Garega.
4) Ivi, voi, II, p. 10.
5) Ivi, pp. 205-208, e p. 131, dove parla di Achille Argentino.
6) Nell'Errico Lupinacci (1876), p. 13, dopo aver descritto a forti tinte il dodi­cennio, esclama: Ecco i tempi da taluno sospirati 1