Rassegna storica del Risorgimento

CASTROMEDIANO (DI) SIGISMONDO
anno <1938>   pagina <1229>
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Sigismondo Castromediano 1229
Amarezza più dura non avevo mai provata nemmeno nelle galere. Pentimento? Disperazione? Fu detto.IJ Neanche questo è vero. Anima verginale ed eroica, tutta d'un pezzo, era incapace di mutamenti. Patrìzio d'antico stampo, 2) anche i propri errori avrebbe coonestati nella dignità d'una coerenza superba, come aggiunse idealmente al Blasone la catena del galeotto,8* considerando il martirio che gli disfaceva la vita come una investitura divina della quale occorreva rendersi degno. *) Certo, dopo tante prove anche il suo animo appare modificato: loda il Lupinacci clie, repubblicano fino al 1861, si schierò poi non solo per l'ordine nuovo ma per il principio di autorità perno di salvezza e di sicurezza comune.5) E si potrebbe osservare, con un po' di malizia, che quella confusione da lui e da altri deplorata nei giudici del quarantotto, i quali non facevano divario tra liberali moderati, comunisti e anarchici, potreb-b'essere imputata a lui vivente dopo il 1876, quando confondeva democrazia, socialismo ed anarchismo, 6) senza neppure sospettare le ragioni della questione sociale, e le nuove forme di organizzazione a cui essa educava le moltitudini indifferenti alla vita statale.
Ma, come non fu o mostrò di non essere consapevole dell'evolu­zione della libertà in unità, così neppure lasciò cadere con rimpianto la morta spoglia della libertà quando l'anima unitaria si fu sprigio­nata da essa. L'unità gli parve, qual'era, una conquista sacra, il supremo dei beni, la salvaguardia dell'indipendenza italiana dagli affronti e dalle pressioni dei grandi Stati: ad essa restò fedele e volen­tieri proclamava di far largo ai giovani che sapessero consolidarla. Poesia era stato il suo martirio, anticipazione eroica di quell'unità che nello stesso pensiero del Mazzini doveva essere a un tempo riscatto morale e ragion di potenza dell'Italia nel concerto delle nazioni.
1) F. EUBICHI, op. cit. Egli ha scrìtto al Donadio: L'Italia non è più. la terra dell'eroismo e del sacrificio, ma il sudicio pantano degl'ingordi e dei dissennati, ed io ne piango, e tu puoi immaginare, come ne pianga, p. 282.
2) Il Bonrget pose in rilievo questo carattere, e riconobbe ai nostri martiri una altezza tragica ignota ai politici d'altri paesi; tale riconoscimento doveva essere una opinione da tempo diffusa, perchè fin dal 1860-61 la troviamo in Mme L. COLET, L'Italie des Jialiens, voi. Ili, dove il Pocrio ricorda con parole magnanime i martiri oscuri e illacrimati. Negli atteggiamenti del Castromediano traluce anche un residuo del feudatario, che per un sentimento di originaria autonomia si contrappone al suo Re, e la consapevolezza del possesso d'una virtù che i nepotì saranno costretti di chiamare antico.
8) Memorie, p. 173.
*) EUBICHI, p. 279.
5} Nel Ricordo, p. 29.
fi) Un esempio in Dette Signore Marcellino eco,, pp. 6-7.