Rassegna storica del Risorgimento

CASTROMEDIANO (DI) SIGISMONDO
anno <1938>   pagina <1236>
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1236 Giuseppe de Maiteis
terracotta con figure a rilievo messe a colore del 1552. Premessa del Duca Sigismondo Castromediano e descrizione e giudizio del Barone Filippo Basile, Lecce, Tip. Ed. Salen-tina 1891; La Chiesa di S. Maria di Cerrate nel Contado di Lecce. Ricerche. Lecce, Tip. Garibaldi, 1877; Sulle ricerche intorno alla Chiesa di S. Maria di Cerate nel Contado di Lecce, ecc., Torino, 1878; Delle monete d*oro trovate a Cursi. Ricerche e descrizione. Lecce, Tip. Ed. Salentina, 1885; Una passeggiata sul forte a mare di Brindisi, nella Rivista Storica Salentina, VI, 1909, pp. 5-6: è uno scritto inedito tolto dal volume Manoscritti e Documenti putrii, A. 12, conservato nella Biblioteca Provinciale di Lecce; la costruzione del forte fu iniziata nel 1558 e Giovanni Ortiz da Mestanza ne fu il primo comandante e nel 1616 sostenne con vantaggio il fuoco contro la flotta veneziana. Nella stessa biblioteca, insieme con gli altri mss. donati nel 1869 dal Castro mediano, si conserva la trascrizione da lui compiuta nel 1851 nel carcere di Lecce-delia Istoria cronologica delle antichità della città di Oria di D. ALBANESE (sec. XVII). All'attività archeologica del Gastromediano sono anche da riferirsi: L. DE SIMONE, Memorie patrie indirizzate alVegr. Sig. Duca di Caballino, nel Cittadino Leccese, VI, n. 37,38,42,52; Vii, n. 9 e 9 bis, 1866; CASOTTI FRANCESCO, Lettera al Duca Sigismondo Castromediano intorno la tavola dipinta delle Benedettine, ecc., Firenze, St. C. Pellas, 1877; X., Rassegna bibliografica intorno alla Lettera al Castromediano, estr. in Archivio Storico per le Provincie Napoletane, II, 421; ANGELO ANGELUCCI, Sulla lettera al Duca Sigismondo Castromediano, ecc. Osservazioni, Torino, Tip. Fodrat ti, 1877; L. DE SIMONE, Lettera al Castromediano, nel Cittadino Leccese, VI, 38, 12; AAB ERMANNO (L. G. DE SIMONE), Gli studi storici di Terra d'Otranto. Frammenti estratti in gran parte dall'Archi­vio Storico Italiano (serie IV). In Firenze, Tip. Galileiana, 1888: rassegna erudita, ma alquanto ingiusta verso il Castromediano; l'A., che faceva parte della Commissione Conservatrice dei Monumenti, n'era poi uscito non si sa per guai motivo; a esempio del suo modo di pungere, e per i riferimenti bibliografici che contiene, riportiamo questo suo giudizio sul lavoretto del Castromediano sulla Chiesa di S. Maria di Cerrate: Questo Op. è accompagnato da due tavole molto mal fatte. Ne scrive, senza giudi­carla, il SALAZARO, Studi sui monumenti medioevali della Sicilia, ove a p. 42, nota 2, cade nell'errore di fare nativo di Taranto l'artista che dipinse uno dei freschi (il Transito di Maria Vergine) di Cerrate. Se ne legge una rassegna bibliografica (B. CAPASSO), in Archivio Storico per le Provincie Napoletane, TU, 184 , ove è qualche errore a cor­reggere, e qualche preziosa notizia a raccogliere. L'opuscolo fu reimpresso nel Propu­gnatore di Lecce. FRANCESCO RIHEZZO, Corpus inscriptionum messapicarum, nella Rivista indo-greco-italica, Napoli, a. XIX (1935), fascicoli 1, 2: vi è discussa la que­stione della autenticità e falsità delle iscrizioni messapiche, già accennata dal Rubi, dal Deecke, dal Kreteschmer, dall'I-Iirt, dal Doria, dal De Giorgi e dal Palumbo. La falsificazione è certa, ma la sua ampiezza è discutibile, perchè va da un massimo, per alcuni, di vera fabbricazione sistematica a scopo di lucro, che pare avesse il suo centro in Oria, a un minimo per altri, dello scherzo fatto una volta sola al Castro-mediano, scherzo che nulla dimostrerebbe, essendo il suo stesso autore un convinto messapografo. E utile infine consultare la guida compilata da PIETRO ROMANELLI e MARIO BERNARDINI, IZ Museo Castromediano di Lecce, Roma, La Libreria dello Stato, 1932: i due nuclei principali della raccolta sono costituita dai vasi messapici e dai vasi apuli. Il museo, dopo la morte del Duca (1895), passò successivamente nella cura dì persone, che non ebbero tutte né la competenza, fatta molto di pas­sione, né il disinteresse del fondatore (cui la raccolta venne allora intitolata) e dei suoi primi, collaboratori.