Rassegna storica del Risorgimento

GORIZIA
anno <1938>   pagina <1241>
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Gorizia ottocentésca, ecc.
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pubblico , tali Edoardo Zaffoni già imperialregio acceasista a Venezia e Giulio Bigoni già confidente della polizia in Venezia i quali avevano visto, a cinque passi di distanza, un giovanetto a cui bruciava il soprabito. Messisi in sospetto lo fermavano, per condurlo allufiicio di polizia, ove risultava essere Marcantonio Grion da Ca­pri va, studente della sesta classe ginnasiale, quello stesso a cui, il 1 di gennaio, era stata tolta fuor di mano dall* Olivari, la metà d'un petardo esploso. Dichiarato in arresto, veniva fatto assumere a verbale al giu­dizio (pretura) circolare. Fattagli una perquisizione domiciliare, nulla s'era trovato.
U barone de Kubeck, capo della pretura politica di Gorizia, dedu­ceva da ciò, nella sua comunicazione al luogotenente in Trieste, barone Ernesto de Kellersperg, cbe il Grion non era altro che uno strumento in mano altrui.
* * *
Il 20 gennaio, il direttore di polizia in Trieste trasmetteva al pre­sidio del Ministero in Vienna la seguente interessante notizia, che si riferiva ai passi per la liberazione del patriotta Carlo Favetti ancora detenuto nonostante l'avvenuta amnistia, in seguito all'articolo XXIII del Trattato di pace.
N. 221 P. Da quanto apprendo in via confidenziale, gli amici dell'ex segretario municipale goriziano Carlo Favetti, condannato per crimine d'alto tradimento a sei anni di carcere duro e al quale si riferisce il mio rapporto (N. 1701 Bis.) dell'8 agosto dello scorso anno si danno ogni fatica per poterlo liberare dalla prigionia, specialmente sé ne occupa il noto ex redattore della Perseveranza Pacifico Valussi, del quale diedi notizia col mio rapporto (N. 2814 Ris.) del 27 novembre dell'anno pas­sato, ch'era stato eletto deputato al parlamento italiano per il distretto di Cividale, coni*intenzione di portare in discussione in parlamento, una domanda, onde promuo­vere la liberazione del Favetti dal carcere. U Valussi si deve essere rivolto qui ad un avvocato come mi venne assicurato per chiedergli alcune motivazioni, per far valere il promovimento di quell'azione e per conoscere se l'ultima amnistia parlasse anche in suo favore.
Carlo Favetti indirizzava, col tramite del ministro della giustizia, una supplica all'imperatore, per venire liberato dal carcere in via di grazia, per cui il predetto ministro dava il giorno 16 la notizia alle diverse autorità (luogotenenza in Trieste, procura superiore di stato in Graz, ministero di polizia in Vienna, ecc.) che l'imperatore con sua decisione, di quel giorno, aveva graziato Carlo Favetti e Martino Ciuk (Zucchi). Quest'ultimo si trovava già dall'ottobre del 1866 in libertà!