Rassegna storica del Risorgimento

GORIZIA
anno <1938>   pagina <1243>
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Gorizia ottocentésca, eco, 1243
portò la conseguenza jer sera alle 7 3/4 d'una dimostrazione polìtica mediante esplosione di due petardi l'uno al caffè militare in piazza Traunick. l'altro sotto le finestre nella piazza stessa, all'abitazione del Sig.r Consigliere Luogotenenziale Barone de Kubeck, Si affollò il popolo, T indignazione fa apparente generale, e dicesi arrestato qual'au-tore sospetto il figlio di un oste. L'indignazione si mantenne ancor questa mattina perchè il marcio non sta nel generale dei cittadini, ma forse in una trentina di giovi­nastri studenti, di teste sventate, sorretti da un avvocato, forse, giudeo come si parla.
L'avvocato giudeo, supposto sobillatore degli studenti non poteva essere altri che il dott. Giovanni Jona.
Ed ecco il rapporto d'un altro confidente, domiciliato in Gorizia, al direttore di polizia in Trieste il quale lo aveva invitato di metterlo in carta:
Ieri sera io voleva telegrafarle, ma invece venni io stesso a portarle l'ultima noti­zia che in Padova è stata una grande dimostrazione, tremila studenti gridarono e viva la Repubblica sessanta arresti quattro feriti un morto.
Ieri sera io andava a passeggio col signor commissario (Francesco nobile de) Marquet e in Piazza Traunig esplosero due petardi uno davanti l'ufficio del Barone Kubeck ed il secondo sotto l'atrio del caffè militare, cosi che venne messa in allarme tutta la città. Favetti l'ex segretario municipale è già ritornato in Gorizia e gli Ita-lianissimi gli sono andati incontro sino a Cormons, ove lo hanno ricevuto al grido di : e viva 3.
Trieste li 19-2-67 Con tutta stima si segna
0. Sulzer (?).
Le frottole di questo confidente dovevano essere tali, ed il testo del rapporto suesposto ce lo conferma, che neanche il direttore di polizia non prestava fede alle stesse e voleva che lo stesso facesse le sue confidenze per iscritto.
Della stessa opinione, come vedremo, era pure il barone de Kubeck verso i sistemi polizieschi, che erano abituati di adoperare i confidenti ereditati dal Veneto.
* * *
Pochi giorni dopo la sua liberazione, il 20, il Favetti con la sua signora andavano a trovare un loro figliuolo, che frequentava la scuola superiore di commercio del dott. Giovanni Delpino in Trieste ed abitava nell'annesso istituto.
Arrivati la sera di mercoledì, ne ripartivano la sera seguente. Sor­vegliati dalla polizia, non avevano dato nessun motivo di rimarco.
Alla stazione il Favetti aveva visto il commissario di polizia, colà di servizio, Francesco Frohlich e lo aveva ringraziato, per il tratta­mento amichevole da lui avuto in occasione del trasferimento nella