Rassegna storica del Risorgimento

GORIZIA
anno <1938>   pagina <1246>
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Ranieri Mario Cossàr
goriziani a parlare con lui nell'occasione dell'arrivo di Garibaldi ad Udine mi sono marcate le fìsonoinie ma non mi riuscì d'incontrarli a Gorizia ad onta che io abbia frequentato nei due giorni di fermata colà (sei e sette marzo) tutti i principali luoghi di ritrovo.
Qualcosa di consimile deve pure esistere a Trieste ed io m'impegno di venirne a capo.
Sappia perciò cbe oggi ho procurato ((a Trieste) d'iniziarmi coi nostri awan-zati ed in parte almeno ne sono riescito. Dovrò però sacrificare molto tempo e fatica per riescire a qualcosa di bnono.
L'avverto che per mascherare possibilmente le mie andate ad Udine ho saputo procurare delle relazioni commerciali, locchè mi darà pure fatica e perdita di tempo inutilmente, poiché le mie promesse a quei negozianti sono impossibili a realizzarsi. Lo stesso valga per Gorizia.
Sto compilando la relazione minuta della mia andata ad Udine di quanto rilevai ed osservai colle considerazioni sulla più o meno importanza dei fatti colà occorsi in questi ultimi giorni. In quella Ella troverà minutamente descritto ogni cosa, nonché tm allegato l'origine e le gesta della famosa Bandiera triestina in lutto depositata presso il municipio d'Udine.
Bisogna però che la S. V. abbia la bontà di concedermi un pajo di giorni affine io possa coordinare tutte le mie annotazioni e farne un lavoro meglio regolato che le mie déboli forze mi permetteranno.
Ora passo ad altro argomento.
Il Leonida Rossi riesci pienamente riabilitato nella pubblica opinione degli Udi­nesi in seguito alla Conferenza tenuta ad Udine in Casa De Stefani nella giornata del 6 con. alle 9 antim. ed é partito alla volta di Venezia.
Purtroppo, all'interessante rapporto, mancava il seguito.
Il giorno 9 il direttore Krauss avvertiva il de Kubeck in Gorizia d'aver appreso da buona fonte confidenziale , che i petardi, scoppiati a Gorizia, venivano fabbricati da certo Giovanni Battista de Faccio in Udine.
* * *
Per il de Kubeck lo zelo spiegato per la più rigorosa sorveglianza del Favetti, come aveva raccomandato il capo del ministero della polizia Schàfer con la sua lettera, del 26 febbraio, al luogotenente di Trieste era sempre troppo piccolo.
Ogni passo, ogni relazione personale, ogni parola del patriotta erano spiati e riportati sino al ministero di polizia in Vienna.
Abbiamo visto che il direttore di polizia Krauss aveva chiesto al de Kubeck d'informarlo, prima della venuta di Garibaldi in Udine, quindi prima del 1 marzo, se il Favetti in quella settimana era inten­zionato di venire a Trieste. Il de Kubeck non aveva intuito il vero scopo