Rassegna storica del Risorgimento

GORIZIA
anno <1938>   pagina <1254>
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Ranieri Mario Cossàr
invece del tridente, dopo di aver affisso sul muro di cinta del cortile dell'Arcivescovado la seguente invocazione a stampa:
Invochiamo
St. Antonio
Onde ci liberi
Dalla schiavitù
Austriaca
Unendoci alla
Grande Madre
Italia.
H barone de Kùbeck, andato su tutte le furie, e per il primo e per il secondo stampato, mai riuscì a scoprire l'audace affissore, dovendosi accontentare di attribuire tale ardimento a degli emissari provenienti da Udine.
Nella notte tra il 14 ed il 15 giugno echeggiarono, nei pressi della caserma dei gendarmi, delle grida, emesse da diverse persone, di: Viva l'Italia! Viva Garibaldi! Viva Milano! Viva il Preside!.
Alcuni gendarmi subito usciti in istrada arrestarono il commer­ciante Giuseppe Fitz, l'aw. Francesco Verzegnassi, il concipiente d avvocato Giuseppe de Battistig, j l'impiegato provinciale Enrico Klauser ed il candidato d'avvocatura Enrico Iurettig, che in seguito vennero rilasciati, per mancanza di prove.
* * *
Ma ecco quanto comunicava al direttore di polizia in Trieste, un agente segreto, in un suo rapporto spedito da Udine, il 14 giugno:
Ieri sera e questa mattina sono qui giunti parecchi Goriziani, che hanno emi­grato da cola. Solo questo posso dirle, che il Favetti di Gorizia è il presidente di quel Comitato. Questo, lo ho qui positivamente appreso.
I nuovi emigrati di questi giorni non verranno favoriti con un sussidio da parte del governo italiano. Del resto è tra questi emigrati soltanto il Leis che gode una assai buona opinione ed ha una certa importanza. Il (Pietro de) Carina, (Emilio) Pogatsch-nig (recto Pogatschnegg), (Carlo) Blasig e come si chiamano i molti altri è tutta gente, che nulla considerata a zero.
II più attivo corrispondente per il Comitato goriziano è questo tipografo e proprie­tario di cartoleria Seitz il quale ha ricevuto quest'oggi l'offèrta, da parte di un certo Biavetz (reete Riaviz) domiciliato in Padova, di vestire tutti 'gli emigrati goriziani.
Questo Riavetz ora qui in questi giorni ed ha avuto molti colloqui col Leis. Alla volta di Gorizia e di Trieste e parlata ieri una signora, vestita povera­mente, per trasportare tanto bandiere italiane che proclami.