Rassegna storica del Risorgimento
GORIZIA
anno
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1938
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pagina
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1259
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Gorizia ottocentesca, ecc. 1259
Il Setta sembra di aver riportalo tale discorso ad uno dei cosiddetti emigrati, poiché non appena giunti i Tosi nella locanda, comparve il Carina, il quale presentatosi ad Eugenio Tosi quale presidente dell'emigrazione', gli disse d'aver adito ch'egli temesse dei dispiaceri e volesse perciò abbandonare Udine, egli doveva però portargli a conoscenza che trovandosi in Udine, città ubera ed ordinata, egli poteva rimanervi senza alcuna tema.
L' Eugenio Tosi gli rispose ch'egli non aveva nessun motivo per temere di restare in Udine, però che non poteva fermarvisi, perchè A giorno appresso doveva proseguire il suo viaggio per Venezia causa i suoi affari, dopo di che il Carina ripetendo le sue dichiarazioni di prima si era allontanato.
Eugenio Tosi ritornò domenica mattina a Gorizia, poiché seguendo l'accenno del Seitz, il quale del resto in seguito di ciò deve aver avuto un forte scambio di parole con il Carina e Cons(orti), trovò più consigliabile di abbandonare Udine.
Che ciò fosse più prudente, Vostra Eccellenza lo apprenderà dal mio rapporto d'oggi K. 655 P.
Rapporto che, malgrado tutte le possibili ricerche, non ci fa dato di conoscere.
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Il 18 agosto, compleannno dell'imperatore, l'autorità politica e militare voleva inscenare una dimostrazione dinastica, come l'aveva potuta organizzare indisturbatamente nel 1866, quando la città era rigurgitante di truppe, e, quando, ai brìndisi fatti al banchetto, offerto dall'arciduca Ernesto ai generali e allo stato maggiore, avevano risposto donchisciottescamente le salve dell'artiglieria, appollaiata nelle cannoniere del vetusto castello.
I tempi e le condizioni erano mutati parecchio, lo testimonia un rapporto, scritto in tutta fretta ed a matita, per il direttore di polizia in Trieste, dall'agente segreto Tudie.
Ier sera alle 9 sulla piazza Traimik suonavano due bande (militari), dell'Arciduca Enrico vicino la chiesa dei Gesuiti e quella dei cacciatori presso il caffè Militare (Europa), quando alle 9 1/4 presso la banda stessa dalla parte del negozio (Giuseppe) Godina mereiaio famigerato rivoltoso, poco lungi dall'altro suo non disimile (Antonio) Rasatti, Scoppiò un petardo con fortissima detonazione senz'offendere alcuno dei tanti astanti che vi erano.
Alle 10 non ancor battute vicino al teatro sociale rimpetto la nuova fabbrica che si sta costruendo scoppiò un altro ed un terzo vicino al teatro diurno presso il giardino pubblico. Ed un quarto di ora dopo nella via stretta presso la casa del Vescovo esplose un quarto, arrecando ad una Sig(no)ra che passava con due figlie danno nell'abito e spavento da dover entrar nell'osteria più vicina a borre, facendosi palese 1* indignazione pubblica nei presenti a questa turpe opera del partito d'azione.
Veduti i frammenti dei petardi sono fatti a cassetta di banda (latta) colle tettine come le bombe all'Orsini con assicurazione raddoppiata di filo di ferro per maggior detonazione e mi si assicurò esser fabbrica dì Udine di quel Bertoli che l'avrà qui spediti.