Rassegna storica del Risorgimento
GORIZIA
anno
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1938
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pagina
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1261
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Gorizia ottocentesca, ecé. 1261
gratificandola con degli epiteti i più ingiuriosi, terminando con questa raccomandazione :
Lettori se per istrada Tu incontri quest'immonda Fa la croce e prega Che il cielo la confonda.
* *
Il 24 settembre, alle quattro del mattino, Giuseppe Garibaldi veniva arrestato, per ordine ministeriale, in casa dell'ingegnere Luigi Angelini in Sinalunga, vicino a Siena.
Il generale, transitando da Sinalunga a Firenze, lanciava un indirizzo agli Italiani, nel quale fra l'altro era detto : I Romani hanno il diritto degli schiavi insorgere contro i loro tiranni i preti. Gli Italiani hanno il diritto di aiutarli e spero lo faranno a dispetto della prigionia di 50 Garibaldi .
Il 26, Garibaldi partiva da Genova per Caprera, a bordo della Regia Nave Esploratore.
Nella stessa giornata in Udine, Pietro de Carina da Monfalcone in allora nella provincia di Gorizia, rappresentante dell'emigrazione politica giuliana, nel comizio popolare tenutosi in quella sera al Teatro Minerva, così protestava, contro l'arresto di Giuseppe Garibaldi, in nome delle provincie italiane ancora soggette all'Austria:
Cittadini !
Vi rammentate quando sei mesi fa Giuseppe Garibaldi per la prima volta visitava queste contrade, vi rammentate di quelle tre bandiere che in mezzo al giubilo di un trionfale corteo, progredivano meste in lutto vestite ?
Ebbene erano i tre vessilli di Gorizia, Trieste ed Istria portati all'incontro al padre della Nazione da poveri esuli pallidi in volto per la commozione e pel riverbero della schiavitù, che preme i loro parenti.
Anch' io era tra quelli, e indimenticabile mi fu e sarà sempre lo sguardo commosso col quale il sommo a noi dirigeva parole di speranza e di conforto.
Parole di speranza e di conforto che non tardarono di varcare tosto i non lontani confini, trovando giulivo eco nelle balze delle Giulie alla roccia del Timavo alle rive del Quamero, e mi trema il cuor a dirlo, nei sepolcri ancora cruenti del Trentino, nei sepolcri delle povere tradite vittime del Scssantasei 1
Ha queir istante, quante ansie, quante deluse 'speranze, che una camaleonte diplomazia si godeva far nascere per strozzare; sino che la voce di Garibaldi Punico uomo che mai mentì, tuonò al congresso di Ginevra: A Roma io ci andrò e tosto 1.
Noi esultammo, perchè dopo Roma, lo sappiamo, toccava a noi.